Svizzera

Gas serra, emissioni in aumento malgrado lo sforzo degli attori globali

Lo dimostra un nuovo studio Empa - A preoccupare soprattutto le emissioni degli idrofluorocarburi, 12’000 volte più dannosi dell’anidride carbonica

  • Oggi, 05:36
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SEIDISERA del 27.08.2024 - Gas serra dal teflon: il servizio di Laura Dick

RSI Info 27.08.2024, 23:16

  • Keystone
Di: SEIDISERA/RSI Info

Continuano ad aumentare le emissioni di gas serra nocivi a livello globale, malgrado i diversi Paesi del mondo si stiano impegnando a contrastarle. È questa in sintesi la conclusione di uno studio pubblicato dal Laboratorio federale svizzero (Empa).

“Le emissioni continuano ad aumentare a livello globale. Questo è sorprendente, visto che i Paesi si sono impegnati a diminuire queste emissioni. Distruggerle è tecnicamente fattibile ed ora si è dimostrato che è possibile farlo in grandi quantità”. A dirlo è Martin Vollmer, specialista dell’inquinamento dell’aria presso l’Empa.

A preoccupare l’istituto sono le fughe di un particolare gas serra, l’HFC 23, derivante soprattutto dalla produzione di teflon. La sua decomposizione nell’atmosfera dura almeno due secoli. L’HFC23 è fa parte della classe dei idrofluorocarburi, gas ad effetto serra 12’000 volte più dannosi dell’anidride carbonica. Dal 2020 chiunque produca teflon è obbligato ad eliminare queste emissioni, attraverso la combustione ad esempio.

I ricercatori dell’Empa, assieme a colleghi inglesi e olandesi, hanno tracciato con metodi innovativi le emissioni di una fabbrica in Olanda. Fughe di gas erano ancora presenti, ma la loro quantità era bassa. Se tutte le fabbriche di teflon avessero emissioni simili, si potrebbero evitare emissioni pari al 20% di quelle emesse dal traffico aereo globale.

“Quest’anno - prosegue Martin Vollmer - è stato pubblicato uno studio coreano. Le misurazioni indicano chiaramente l’aria inquinata proveniente dalla Cina, dove la percentuale di questo gas serra è molto elevata”.

In Europa invece si vede un miglioramento. “L’Empa monitora le emissioni da diverse stazioni”, come quella sullo Jungfraujoch in Svizzera o da altre centrali in Inghilterra o in Italia. Queste non dispongono ancora “di un bilancio preciso, ma a stima sembrano diminuite le emissioni”.

“Non ci sono fabbriche di teflon in Svizzera - spiega il ricercatore - ma anche qui ci si impegna a diminuire le emissioni di altri idrofluorocarburi, che si trovano ad esempio in frigoriferi, schiume, isolanti o impianti di climatizzazione.

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