Per la qualità dell’aria in Ticino, il 2023 è stato il miglior anno dall’inizio delle misurazioni., come emerge da un rapporto pubblicato mercoledì dal Dipartimento del territorio. Si tratta di un miglioramento in atto da diversi anni, tuttavia c’è un ma: il quadro della situazione potrebbe mutare in peggio ben presto: è infatti tutta una questione di valori limite.
“Nel 2021 - spiega Ivan Maffioli, collaboratore scientifico dell’Ufficio cantonale dell’aria, del clima e delle energie rinnovabili - l’Organizzazione mondiale della sanità ha diramato delle raccomandazioni con dei limiti molto più stringenti, perché negli ultimi vent’anni gli studi medici hanno dimostrato che l’inquinamento fa molto più male di quello che si pensava prima. Quindi adesso abbiamo delle mappe degli inquinanti che tendono al verde, che però con l’applicazione di questi ipotetici limiti sarebbero in realtà rosse”.
Con i parametri consigliati dall’OMS ci troveremmo dunque di fronte a un quadro completamente diverso, in cui praticamente ovunque i limiti non sarebbero più rispettati. Si consideri che per il diossido di azoto, per esempio, l’attuale limite per il valore medio annuo è di 30 microgrammi al metro cubo (μg/m3), mentre la raccomandazione dell’OMS è di 10 μg/m3.
Per Berna comunque non sembra essere una priorità adottare i nuovi parametri. La Commissione extraparlamentare d’igiene dell’aria ha stilato un rapporto di 120 pagine che ha consegnato a titolo consultivo al Consiglio federale, invitando il governo a tradurre in legge i valori proposti dall’OMS. Un rapporto che è al vaglio del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni, come di recente confermato dal consigliere federale Albert Rösti. Il processo durerà diversi anni e in più Rösti ha sottolineato che bisognerà tenere conto anche dell’impatto economico di un’eventuale revisione dell’ordinanza federale sul controllo dell’inquinamento atmosferico.
Fatto sta che - e questo lo dice ai microfoni della RSI il medico ticinese Rolando Bardelli - “non c’è una soglia sotto la quale siamo al sicuro”. Gli studi più recenti “hanno mostrato che se utilizziamo i limiti attualmente in vigore in Svizzera, ci sono comunque delle conseguenze sulla salute”. Diminuendo i livelli degli inquinanti, aggiunge, c’è un beneficio in termini sanitari per la popolazione.
Non c’è urgenza, secondo Bardelli, nell’adozione delle nuove regole. “Ma mi preoccupa che gli attuali orientamenti a livello federale potrebbero rimandare alle calende greche questa misura: probabilmente al momento manca un po’ la volontà e come al solito si tenderà a dare grande importanza ai rischi per l’economia” conclude.
Respiriamo aria sempre migliore
Il Quotidiano 24.07.2024, 19:00