Svizzera

In partenza, due deboli “sì”

Votazioni federali del 22 settembre e 1° sondaggio SSR: risicate maggioranze di consensi, per ora, sia sulla biodiversità che sulla riforma del secondo pilastro

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A questo primo sondaggio hanno contribuito più di 12'000 aventi diritto di tutte le regioni linguistiche

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Di: Alex Ricordi

Maggioranze di “sì”, anche se davvero ai minimi termini, per ambedue i temi sottoposti al popolo. A indicarle è il primo sondaggio SSR in vista delle votazioni federali del 22 settembre: una “istantanea” delle intenzioni di voto, che è stata elaborata dall’istituto Gfs.bern sia attraverso interviste telefoniche, sia grazie ai riscontri forniti direttamente dai lettori sulle pagine allestite, da inizio agosto, sui portali d’informazione della SSR. I risultati, che presentano un margine d’errore statistico di ± 2,8 punti percentuali, si basano sulle opinioni espresse da oltre 12’000 aventi diritto di tutte le regioni linguistiche.

Passiamo così in esame l’insieme dei risultati. L’iniziativa sulla biodiversità, fra pareri decisamente e tendenzialmente positivi, incassa al momento il 51% dei favori. La quota complessiva dei contrari si attesta però al 43%. Nel raffronto regionale è in Romandia che si registra una quota più consistente di pareri favorevoli (57%). Quelli di segno contrario sono invece più diffusi nella Svizzera tedesca (47%), mentre in quella italiana la quota complessiva dei “sì” è in linea col dato nazionale.

Il livello di formazione delle opinioni, tenendo conto che il 61% degli interpellati dichiara di aver già maturato salde intenzioni di voto a favore o contro, può considerarsi mediamente avanzato. Sul piano politico l’iniziativa rispecchia un chiaro schema conflittuale fra sinistra e destra: a sostenere in maggioranza il testo sono infatti i simpatizzanti dei socialisti, degli ecologisti e, in misura minore, dei Verdi liberali. In prevalenza contrari sono invece i sostenitori di UDC, PLR e Centro.

La proposta di modifica costituzionale, che punta ad una maggior tutela del paesaggio e delle aree naturali, risulta sostenuta in maggioranza da coloro che vivono nei grandi agglomerati o nei centri di piccole-medie dimensioni. I dissensi prevalgono invece nelle zone rurali: in questo senso è da rilevare che il 54% di tutti gli interpellati condivide l’idea per cui un’espansione delle aree protette metterebbe sotto pressione le superfici agricole. A trainare invece il “sì”, sempre sul piano delle argomentazioni, sono in particolare gli effetti della distruzione dell’ambiente per la salute, l’economia e le future generazioni. Fanno però anche presa anche timori legati all’espansione urbana e all’uso intensivo del territorio.

Riforma LPP: per ora solo una maggioranza relativa

Passiamo così al secondo tema in votazione: la riforma del secondo pilastro che, per tutte le implicazioni legate al futuro del sistema previdenziale, è con ogni probabilità il tema su cui le attenzioni si concentrano maggiormente. A sostenere la revisione votata dal Parlamento è per ora solo il 49% degli interpellati. Lo schieramento dei contrari raggruppa il 39%, a fronte di un 12% che manifesta ancora indecisione. Nell’insieme è solo il 44% a dirsi già apertamente a favore o contro la riforma: indice, va sottolineato, di un livello di formazione dei pareri che risulta ancora poco consolidato.

Fra le regioni linguistiche la riforma incassa la più ampia maggioranza di favori (54%) proprio nella Svizzera italiana. I consensi si riducono invece al 52% nella Svizzera tedesca, mentre in Romandia, col 43%, prevalgono i pareri di segno contrario. Non si registrano quindi variazioni di peso nelle intenzioni di voto, a seconda delle fasce di reddito dichiarate dagli interpellati.

Sul piano politico la riforma ottiene chiare maggioranze di consensi fra i sostenitori dei Verdi liberali (70%), del PLR (68%) e del Centro (63%). Si registra quindi una diversificazione nell’area di sinistra, fra i simpatizzanti del PS in prevalenza contrari ( 51%) e quelli dei Verdi che sul tema appaiono invece più divisi (42% a favore e 38% contro). Ma anche fra gli interpellati vicini all’UDC non si constata ancora una chiara maggioranza in un senso o nell’altro (46% di pareri favorevoli, a fronte del 42% di segno contrario).

I favorevoli alla riforma, osservano gli analisti di Gfs.bern, dispongono di alcuni argomenti in grado di avere una maggioranza di condivisioni: in particolare, quello secondo cui è importante migliorare la previdenza professionale per i lavoratori a tempo parziale, soprattutto per le donne. Fa tuttavia breccia anche la convinzione per cui, alla luce del rincaro e degli interessi elevati, molte persone non possono permettersi una riduzione delle rendite LPP. Diffuso è anche il consenso all’idea per cui la revisione, fra contributi più alti da versare e rendite in definitiva più basse, si risolverebbe in un imbroglio.

Notiziario 06.00 del 16.08.2024 Il servizio di Alessio Veronelli

RSI Info 16.08.2024, 06:08

Con queste premesse, quali potranno i prossimi sviluppi? In un normale caso di formazione delle opinioni su un progetto emanato dalle autorità - osservano gli analisti di Gfs.bern - le intenzioni di voto tendono di norma ad allinearsi, nel corso della campagna, alle raccomandazioni di Governo e Parlamento. Ciò suffragherebbe lo scenario di un “sì” finale alle urne. Ma come abbiamo visto le tesi di segno contrario pesano già molto nella situazione di partenza. Resta quindi da vedere in che misura gli avversari della riforma riusciranno a mobilitare l’elettorato a sostegno dei loro argomenti.

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