Svizzera

Nessuna riforma pensionistica e protezione della natura immutata

È il verdetto delle urne di domenica: sulla LPP esulta la sinistra e piange il campo borghese, la biodiversità ripropone lo scontro città-campagna

  • 22 settembre, 17:22
  • 23 settembre, 11:40
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Una domenica con due risultati che più netti non si può

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Di: dielle/ATS 

Una domenica dai verdetti che più chiari non si può. Le urne hanno infatti confermato i sondaggi della vigilia, ma le bocciature della revisione della legge sulla previdenza professionale (riforma LPP, 67,1% di no) e dell’iniziativa “Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio” (iniziativa biodiversità, 63% di no) hanno avuto proporzioni inattese. 

Riforma LPP: sorridono sinistra e sindacati, punito il campo borghese

Sin dalle prime proiezioni dell’istituto gfs.bern per conto della SSR e dai primi risultati definitivi a livello cantonale si è capito subito che la revisione non aveva alcuna chance di spuntarla. Alla fine nessun cantone ha accetto il testo elaborato da Governo e Parlamento. Nei Grigioni, il “no” è stato del 62,3%, mentre in Ticino del 61,7%. La bocciatura non è del tutto sorprendente, ma è più importante rispetto ai pronostici della vigilia: gli ultimi sondaggi prevedevano un rifiuto del 51% (SSR) e del 59% (Tamedia/”20 Minuten”).

Si tratta quindi di un vero e proprio “schiaffo” al campo borghese e ai sostenitori della riforma e, dopo l’approvazione della tredicesima AVS, è la seconda vittoria consecutiva per l’Unione sindacale svizzera in ambito pensionistico.

La previdenza professionale si trova ora ad affrontare una doppia sfida, demografica e finanziaria. Secondo il Parlamento, per garantire il finanziamento delle pensioni a lungo termine è infatti necessaria una revisione. La misura principale della riforma in votazione era la riduzione del tasso di conversione minimo per la previdenza professionale obbligatoria dal 6,8% al 6%. Il Consiglio federale e il Parlamento avevano previsto misure compensatorie per evitare che le rendite future non venissero troppo ridotte.

Per l’USS e la sinistra, questa riforma era invece da considerarsi una truffa, che non sarebbe andata a beneficio dei lavoratori. La campagna è stata fatta con lo slogan “Pagare di più per avere meno rendite”. E alla fine la loro mobilitazione e forse anche la non facile comprensione di alcuni aspetti della revisione, hanno spinto i cittadini a mettere convintamente un “no” nell’urna.

Le ragioni del rifiuto della riforma LPP da parte dell’elettorato “sono molteplici”. Tuttavia, secondo l’istituto di ricerca gfs.bern, l’errore nel calcolo previsionale nei conti dell’AVS rivelato durante la campagna elettorale ha giocato “un ruolo cruciale”.

Ora le soluzioni partitiche verosimilmente si moltiplicheranno, tra la sinistra che alla luce del risultato chiede di migliorare le pensioni invece di peggiorarle e la destra e le associazioni economiche che chiedono invece correttivi e insistono sull’aumento dell’età pensionabile. In mezzo ci sta chi invece chiede una pausa radicale dalle riforme, come l’Associazione svizzera degli istituti previdenziali (ASIP) e, a livello politico, il Centro: sia per prendere sul serio il risultato delle urne, sia per ristabilire la fiducia dei cittadini nel secondo pilastro e, non da ultimo, anche perché si tratta della terza bocciatura consecutiva, dopo quelle del 2010 e del 2017, di un progetto di riforma della previdenza professionale.

Da parte sua la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, commentando il risultato, ha rilevato che le questioni relative alla riforma della previdenza professionale erano troppo importanti e il progetto troppo complesso. “Ha creato divisioni in quasi tutti i campi”, ha osservato davanti ai media.

A far fallire la riforma, per la giurassiana, è stata in particolare l’incertezza sulle reali conseguenze per ciascun assicurato. Per Baume-Schneider le sfide legate alla LPP restano comunque sul tavolo ed è “essenziale trovare una soluzione per i salari bassi e i lavoratori a tempo parziale”. La consigliera federale prenderà ora contatto con i vari attori del settore per fare una panoramica dei possibili miglioramenti che potrebbero essere convincenti, possibilmente compiendo piccoli passi piuttosto che grandi stravolgimenti. La questione rimarrà al centro dell’agenda del Consiglio federale, ma la priorità sarà data ai progetti legati al primo pilastro.

05:25

“No” alla riforma LPP: il commento a caldo di favorevoli e contrari

RSI Info 22.09.2024, 12:56

  • Ti-Press/Gabriele Putzu

La biodiversità fa riemergere la spaccatura campagna-città

Per quanto riguarda l’iniziativa per la biodiversità, sostenuta da Verdi, PS e Verdi liberali oltre che da Pro Natura e altre associazioni ambientaliste, una larga maggioranza dei votanti ha stabilito che la Svizzera non ha bisogno di fare di più per proteggere la biodiversità e la natura. Il testo è stato respinto dalla maggioranza dei Cantoni e solo Ginevra (51,2%) e Basilea Città (57,7%) lo hanno approvato.

L’iniziativa chiedeva risorse e terreni sufficienti per proteggere meglio la biodiversità e la natura, anche al di fuori delle aree protette, nonché una migliore tutela del paesaggio e del patrimonio edilizio. Lo “scontro” città-campagna, già emerso durante l’avvicinamento al voto, è stato confermato anche dai risultati.

Sono infatti solo poche decine i comuni che hanno approvato il testo, e quasi tutti sono città. Nella Svizzera francese, Losanna ha approvato il testo con il 60,3%, Vevey con il 58,7%, Ginevra con il 57,8%, Friburgo con il 57,4% e Neuchâtel con il 53,9%. Nella Svizzera tedesca le città di Berna (68%) e Basilea (60%) hanno votato a favore e anche Soletta, Lucerna, Olten, Aarau e San Gallo hanno detto sì, con percentuali comprese tra il 50% e il 60%. Lo stesso hanno fatto tutte le circoscrizioni della città di Zurigo.

Sul fronte opposto i “campioni” del no li ritroviamo nell’Alto Vallese e nella Svizzera centrale. Il comune vallesano di Zwischbergen, con 31 voti, ha fatto registrare ad esempio un 100% di no all’iniziativa. Nel Canton Uri, Spiringen ha votato per il 95,3% contro l’iniziativa, il vicino comune di Unterschächen l’ha respinta ancora maggiormente (96,3%).

Per il Consiglio federale, il Centro, il PLR, l’UDC e i gruppi economici e agricoli, l’iniziativa era troppo estrema e non considerava altri interessi, come la transizione energetica o la produzione agricola.

Il Consiglio federale continuerà a proteggere la natura e la biodiversità anche in futuro, con “prudenza e discernimento”, ha dichiarato da parte sua domenica il ‘ministro’ dell’Ambiente Albert Rösti ai media, dopo il rifiuto dell’iniziativa popolare per la biodiversità. “L’iniziativa minacciava altri interessi”, ha ribadito.

Rösti si è rallegrato che il popolo e i cantoni abbiano seguito la posizione del Consiglio federale e del Parlamento. “La protezione della natura e della biodiversità rimane importante per il Governo, che continuerà in questa direzione” ha detto il consigliere federale, sottolineando come la Confederazione spenda attualmente circa 600 milioni di franchi all’anno per la biodiversità.

2:02:25

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Democrazia diretta 22.09.2024, 12:50

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