La riforma della previdenza professionale, che sarà sottoposta al voto il 22 settembre, “non andrà a beneficio dei lavoratori”. Questi dovranno contribuire di più per ricevere di meno, secondo l’Unione sindacale svizzera (USS), che martedì ha lanciato la campagna per il no.
La riforma, adottata dal Parlamento nel marzo 2023, prevede una riduzione del tasso minimo di conversione nella parte obbligatoria della previdenza professionale (LPP) dal 6,8% al 6%. Questo tasso determina l’importo della futura pensione. I promotori del referendum sostengono che le rendite per i pensionati saranno ridotte fino a 3’200 franchi all’anno.
Nel contempo, qualora il progetto di legge fosse approvato alle urne, verrebbero aumentate le detrazioni salariali obbligatorie. Ciò costerà ai dipendenti fino a 2’400 franchi all’anno in più. Di conseguenza, i salari netti diminuiranno e le pensioni verranno ridotte. A farne le spese, secondo l’USS, saranno soprattutto le professioni poco retribuite e le donne.
Riforma LPP, le argomentazioni del Consiglio federale
Telegiornale 24.06.2024, 20:00