L’inflazione si è attestata all’1,1% in media nel 2024: si tratta del valore più basso del 2021, quando il rincaro era stato dello 0,6%. Nel 2022 i prezzi erano saliti del 2,8%, registrando l’incremento più forte dopo trent’anni, mentre nel 2023 l’aumento era stato del 2,1%.
La crescita del 2024 è riconducibile in particolare all’incremento degli affitti delle abitazioni e dell’elettricità, spiega l’Ufficio federale di statistica (UST) in un comunicato di oggi, martedì. Sono invece diminuiti i prezzi dei medicamenti, del gas e delle automobili d’occasione. In media, i prezzi dei prodotti indigeni sono progrediti dell’1,9%, mentre quelli dei prodotti importati sono diminuiti dell’1,5%.
Oltre a pubblicare il dato sull’inflazione dell’intero anno - che è semplicemente una media aritmetica dei singoli mesi - l’UST ha anche diffuso i dati di dicembre. L’indice dei prezzi al consumo si è attestato a 106,9 punti, in flessione dello 0,1% rispetto a novembre: la progressione annua è stata dello 0,6% (in lieve rallentamento in confronto allo 0,7% di novembre.
A titolo di paragone, l’Eurostat (l’ufficio statistico dell’UE) ha pubblicato martedì il dato dell’inflazione nella zona euro, che su base annua si è fissato al 2,4%.