Anche il secondo oggetto legato alle votazioni del 3 marzo concerne il futuro dell’AVS. L’iniziativa “Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenibile” prevede un particolare meccanismo per assicurarne il finanziamento a lungo termine. Questa proposta di modifica della Costituzione, promossa dal movimento giovanile del PLR, venne depositata nel 2021 con poco più di 107’000 sottoscrizioni a sostegno.
L’iniziativa prende le mosse dai fattori di peso che incidono sempre di più sulla stabilità del primo pilastro: da un lato c’è un allungamento ormai costante dell’aspettativa di vita; dall’altro, una più veloce crescita del numero dei pensionati a fronte di quello delle persone occupate. Le rendite, di conseguenza, debbono essere corrisposte più a lungo. Come agire allora, per gestire questa pressione ormai strutturale sulle finanze dell’AVS?
Iniziativa per le pensioni: il video esplicativo diffuso dalla Cancelleria federale
Il testo sottoposto al popolo propone di procedere su due direzioni. La prima consiste nell’innalzamento a 66 anni, sia per gli uomini che per le donne, dell’età pensionabile: tale misura verrebbe progressivamente implementata nell’arco di un quinquennio, ossia dal 2028 al 2033. Quindi, dopo il 2033, entrerebbe in vigore un adeguamento dell’età di riferimento in funzione della speranza di vita media della popolazione in Svizzera. Per applicarlo si ricorrerebbe ad un fattore 0,8: se la speranza di vita, ad esempio, dovesse risultare accresciuta di un mese, l’età di riferimento aumenterebbe nella misura dell’80%, ossia di 0,8 mesi. Ad ogni modo un eventuale innalzamento dell’età di riferimento potrebbe essere introdotto ogni anno nella misura di 2 mesi al massimo. Anche in presenza di aumenti più consistenti dell’aspettativa media di vita. Inoltre, ogni adeguamento sarebbe comunicato alle persone interessate 5 anni prima del raggiungimento dell’età pensionabile.
Fra persone che lavorerebbero più a lungo, maggiori contribuzioni all’AVS e rendite che verrebbero versate più tardi, questo sistema permetterebbe così di accrescere le entrate e contenere le uscite del primo pilastro.
Gli argomenti degli iniziativisti
I sostenitori del testo sottolineano, alla luce del calo del tasso di natalità e del numero sempre crescente di pensionati, la necessità di adottare contromisure per prevenire una crisi delle finanze dell’AVS. L’iniziativa viene quindi presentata come una soluzione lungimirante, equilibrata nel raffronto con altri Paesi e tale da ripartire in maniera equa gli oneri legati all’incremento della speranza di vita.
Il meccanismo introdotto dall’iniziativa, sempre a detta dei suoi promotori, determinerebbe anche una diminuzione dell’immigrazione in Svizzera. I datori di lavoro infatti, grazie agli effetti prodotti dal nuovo sistema, potrebbero in maggior misura far capo ad una manodopera qualificata nazionale.
Il “no” di Governo e Parlamento
Il Consiglio federale e le Camere rammentano che sono molteplici i fattori che concorrono a determinare l’età di pensionamento: vanno infatti presi in conto aspetti come lo sviluppo dell’economia, quello del mercato del lavoro e lo stato di salute della popolazione. Un automatismo come quello previsto dall’iniziativa, svincolato da tutti questi fattori e legato alla sola speranza di vita, rappresenterebbe quindi una soluzione troppo rigida.
L’innalzamento dell’età di riferimento, sostengono ancora Governo e Parlamento raccomandando il “no”, non può configurarsi come una misura isolata, ma andrà discusso unitamente ad altre misure nel quadro della prossima riforma dell’AVS. E l’Esecutivo, entro la fine del 2026, dovrà presentare un progetto equilibrato per gli anni successivi al 2030.
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