Da Taipei, Loretta Dalpozzo
Per Joseph Wu la visita di sei giorni della delegazione parlamentare svizzera a Taiwan è un importante passo per l’auspicata intensificazione delle relazioni con la Svizzera. Pur sapendo che i consiglieri nazionali a Taipei, guidati dal socialista Fabian Molina e da Nicolas Walder, consigliere nazionale dei Verdi, non hanno parlato a nome del Governo svizzero, gli scambi aiutano a conoscersi e capirsi meglio.
Questo è del resto ciò che Wu fa instancabilmente da mesi: parlare con delegazioni internazionali, per spiegare la posizione di Taiwan e le prospettive di fronte all’aggressione cinese, che considera l’isola una provincia ribelle da portare sotto il suo dominio. Con le continue incursioni aeree cinesi nei cieli sopra Taiwan, il sostegno dei Paesi, che, come la Svizzera, condividono i valori democratici, sarebbe cruciale, ha sottolineato più volte Wu.
Già a dicembre Joseph Wu, sulle pagine del Tages Anzeiger, aveva incoraggiato la Svizzera ad essere più neutra nella disputa tra Taiwan e la Cina, piuttosto che schierarsi dalla parte della Cina. Dopotutto, aveva detto, la Cina è un Paese autoritario che minaccia altri Paesi.
La Svizzera non riconosce Taiwan come stato indipendente e non ha quindi relazioni diplomatiche ufficiali con l’isola, che è però un partner commerciale importante della Confederazione. La cooperazione a livello tecnico è comunque possibile e i parlamentari in visita vorrebbero approfondirla, soprattutto nell’ambito dell’educazione, della ricerca, della cultura e dell’economia.
Con schiettezza, ai nostri microfoni (l'intervista nel video in cima alla pagina, ndr.), il ministro ha sottolineato che pur rispettando la politica estera di Berna, se il Governo si esprimesse chiaramente contro il cambiamento unilaterale dello status quo e in favore della pace e stabilità nello stretto di Taiwan, l’impatto sulla Cina sarebbe grande. Una sorta di appello quindi a riflettere sulla propria posizione, su come proteggere valori condivisi. Berna aderisce alla politica di “una sola Cina” e con Pechino ha firmato un accordo di libero scambio bel 2014.
Messaggi chiari che i cinque parlamentari porteranno a Berna. Ma, come ha sottolineato Wu, ci vuole tempo. Solo 13 Paesi al mondo riconoscono ufficialmente Taiwan come Stato sovrano, un'isola a 180 km dalla costa della Cina, che elegge i suoi leader, che ha il suo esercito, ma che non è riconosciuta a livello internazionale. L’ambiguità del territorio democratico continua e continuano anche le visite di delegazioni parlamentari di tutto il mondo, che sfidano l’irritazione di Pechino.
Taiwan, intervista al ministro degli Esteri
Telegiornale 09.02.2023, 20:00