Per il protagonista di Rocco e i suoi fratelli, il problema sono diventati i tre figli. Alla veneranda età di 88 anni, Alain Delon è diventato oggetto di una guerra pubblica, combattuta a colpi di interviste e querele. Al centro dello scontro ci sarebbe lo stato di salute dell’attore francese, colpito da ictus nel 2019, ma non solo. Secondo molti, la vera ragione sarebbe l’eredità.
Lo scambio di accuse riguarda soprattutto Anthony, 59 anni, il maggiore, che attacca Anouchka, nata nel 1990 dalla relazione con la modella olandese Rosalie van Breemen, che dal divo ha avuto anche Alain-Fabien.
Anouchka, indicata come la preferita del padre, è accusata dal fratellatro di nascondere gli esami medici effettuati in Svizzera dall’88enne. Esami che rivelerebbero le condizioni molto preoccupanti dell’anziano attore. Il nodo del contendere sarebbe appunto la fortuna del patriarca, stimata dai media in 300 milioni di euro. In tv Anthony ha spiegato che la volontà del padre sarebbe di lasciare la metà del patrimonio alla sorella, mentre il restante 50% verrebbe diviso tra i due fratelli. I quali insistono nel dire di non sentirsi penalizzati, ma lo scambio di accuse va avanti.
Alain Delon, che è francese di nascita, ha acquisito la cittadinanza elvetica nel 1999. Secondo Anthony la sorella, che risiede a Ginevra, vorrebbe portare in Svizzera il padre, che ora vive nella sua tenuta a Douchy (a 130 km da Parigi). Lo spostamento, questa l’accusa, sarebbe un modo per evitare il pagamento delle costose imposte di successioni francesi. I fratelli si querelano a vicenda e anche il più piccolo attacca la sorella. Il tutto sulla pelle del padre, che in un’intervista di qualche anno fa definiva la sua dinastia “una forma di immortalità” quando non ci sarà più.
Paese che vai tassa di successione che trovi
La guerra dei figli dell’attore, secondo l’accusa del maggiore, sarebbe dettata da motivi fiscali. E in effetti ci sono delle enormi differenze nelle tasse di successione tra i due Paesi confinanti. Stando ad esperti ginevrini, in Francia si parla di un’imposizione al 45%, a Ginevra allo 0% per i figli.
Il luogo di residenza è perciò uno dei motivi della disputa nel caso Delon. “Il domicilio, o la residenza così chiamata a dipendenza dello Stato in cui ci troviamo, è un elemento che pesa molto nella valutazione sia del diritto applicabile sia dell’eventuale competenza dei tribunali e delle autorità”, conferma alla RSI l’avvocato Costantino Delogu.
Quando si hanno interessi e abitazioni in due Paesi diversi, la residenza, continua il notaio, si stabilisce in base al codice civile: “Il domicilio, nel diritto svizzero, è nel luogo dove la persona ha il centro effettivo dei suoi interessi e questo è da intendere in modo generale, quindi sia professionali ma soprattutto sociali, familiari, affettivi”. Evidentemente, prosegue Delogu, “conta anche molto l’intenzione, la volontà della persona e quindi anche la sua capacità di discernimento”.
Non conta invece il luogo del decesso. “È un elemento che viene considerato nell’ambito del diritto successorio, ma solo a un livello formale, mentre per il diritto applicabile è molto più pesante, proprio l’ultimo domicilio del defunto”. Nel caso in cui gli eredi avanzano dubbi sulla manipolazione del genitore da parte di un membro della famiglia, le cose si complicano: “A differenza della Francia ma anche dell’Italia, in Svizzera non vi è una norma specifica che reprime la cosiddetta circonvenzione di incapace e quindi tali eventuali comportamenti manipolatori sono valutati attraverso norme penali, soprattutto quelle di carattere patrimoniale”.
C’è infine l’aspetto del testamento. “Solo una persona capace di discernimento - ricorda l’avvocato - può testare. Se c’è un testamento bisogna quindi capire se in quel momento il testatore era lucido. Se era o meno capace di discernimento. In questo caso si può procedere con l’ausilio di un supporto medico”. Laddove ci sono casi delicati, suggerisce Delogu, “si consiglia al testatore di accompagnare il suo testamento da un certificato medico”.
A scannarsi per i soldi non sono solo le persone famose. “Negli ultimi anni c’è un aumento dei litigi che riguardano le successioni e sempre di più interessano i tribunali”. Il suggerimento? “Sicuramente quello di redigere un testamento il più chiaro possibile, prediligendo la forma autentica, quindi quella davanti al notaio”.