La psicoterapeuta Sandra Rumpel lavora da anni con bambini e giovani che hanno sofferto per la guerra e durante la fuga. Più a lungo durerà la guerra in Ucraina, maggiore sarà il numero di minori rifugiati che potranno sviluppare sintomi come conseguenza di un trauma.
"La maggior parte dei bambini hanno problemi di concentrazione o difficoltà di apprendimento. – afferma Rumpel -Spesso manifestano disturbi psicosomatici come mal di stomaco o mal di testa. Altri pazienti hanno problemi sensoriali non si accorgono ad esempio che è freddo e che dovrebbero mettere una giacca o magari si fanno male giocando e non sentono il dolore."
Lo psicologo Urs Braun, insieme ad altri membri dell'ordine degli psichiatri e degli psicologi ha sviluppato una piattaforma dove presto i rifugiati ucraini potranno verificare con un formulario online se hanno bisogno o meno di una terapia.
"L'obiettivo è valutare l'entità del disturbo e in base a questa offrire - quando necessario - una terapia. – dichiara Braun - In questo modo possiamo distribuire bene le risorse - anche finanziarie - per offrire alle persone servizi validi in una fase iniziale. Se aspettiamo troppo, i costi per la terapia, per seguire i pazienti, aumentano. Se invece riusciamo ad intervenire prima, i costi si riducono."
Stando a studi internazionali, fino al 40% dei profughi ucraini hanno bisogno di sostegno psicologico in seguito ad un trauma. Le chance per i più giovani di guarire sono buone e l'intervento importante.
"Oggi sappiamo che i bambini traumatizzati in tenera età che non vengono curati, immagazzinano lo stress nel sistema somatico. – afferma Rumpel - Ciò significa che il loro sistema immunitario è indebolito a vita, che hanno un rischio maggiore di contrarre malattie cardiovascolari e, non da ultimo, spesso trasmettono i loro traumi alla generazione successiva."
Per una terapia così importante, i giovani rifugiati devono aspettare fino a 9 settimane: la speranza è di poter ridurre queste lunghe liste d'attesa.