Un’esperta forense esamina due passaporti francesi negli uffici della polizia di Neuchâtel. Sono stati sequestrati durante la notte a due uomini in un’auto rubata. L’esperta maneggia luce, lente d’ingrandimento e microscopio: “Questo è un falso, è molto probabile che il proprietario abbia potuto usarlo per ottenere un permesso di soggiorno” spiega alla SRF.
Un caso tra tanti: l’esperta mostra uno schema con molte linee e nomi, una rete criminale composta da persone provenienti dalla Turchia: “Si sono procurati documenti europei falsi e li hanno usati per lavorare illegalmente in Svizzera”.
Documenti falsi sotto la lente (Rundschau, SRF, 23.04.2025)
L’indagine è ancora in corso e finora sono state fermate cinquanta persone. La maggior parte ha lavorato in ristoranti di Neuchâtel. Per ottenere il permesso di soggiorno, hanno presentato carte d’identità false di Bulgaria, Lituania o Belgio.
Un permesso su dieci con documenti falsi
Alexander Ott, della polizia di Berna, conosce bene il problema. Sta trattando casi simili e racconta di due donne vietnamite che hanno lavorato in un centro estetico con passaporti belgi falsi: “Stimiamo che il 10% dei permessi di soggiorno sia stato ottenuto in modo fraudolento”. Giunge a questa conclusione basandosi sul numero di arresti effettuati dalla polizia e sul numero di falsi sequestrati.
La stima di Alexander Ott (Rundschau, SRF, 23.04.2025)
Simon Baechler è il capo della polizia criminale di Neuchâtel. Con il suo team indaga sulle reti dei falsari. Ritiene la stima del 10% plausibile: “L’ordine di grandezza è realistico. Più si cerca, più si trova”, afferma Baechler.
Ott è anche copresidente dell’Associazione svizzera dei servizi agli abitanti, che propone corsi di formazione per dipendenti comunali che si occupano del controllo dei passaporti presso i servizi agli abitanti.
In un esercizio con passaporti falsi, emergono delle incertezze. Alcuni devono ancora familiarizzarsi con gli elementi di sicurezza dei passaporti, mentre altri ammettono apertamente di essersi fatti sfuggire dei falsi. “Spesso queste persone sono le uniche a vedere effettivamente un documento originale”, dice Ott, che sostiene la necessità di una formazione capillare, oggi inesistente.
Documenti sequestrati
Secondo l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, nel 2024 sono stati sequestrati 1’863 documenti d’identità falsi alla frontiera svizzera, un dato in crescita dopo la pandemia. Tuttavia, il record risale al periodo della crisi migratoria del 2016, quando furono confiscati 2’663 documenti falsi. I numeri alla frontiera rappresentano solo una parte del problema, dato che i controlli non vengono effettuati sistematicamente a causa della libera circolazione delle persone. La Fedpol parla di 3’735 documenti falsi trovati a livello nazionale nel 2024, ma presume che ve ne siano molti di più in circolazione.
Dei falsi sempre migliori
La Segreteria di Stato della migrazione lascia intendere che bisogna intervenire, in particolare al livello comunale. Ha contattato l’Associazione svizzera dei servizi agli abitanti per capire quanti controlli vengono effettuati. Entro la fine dell’anno intende presentare al Consiglio federale delle proposte per affrontare il problema.
Nel frattempo, la qualità dei falsi è sempre migliore. Marcel Schafroth, esperto di documenti presso l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, sottolinea che i falsari sono diventati più abili in particolare con i documenti in plastica.
Marcel Schafroth, esperto di documenti (Rundschau, SRF, 23.04.2025)
Mostra una nuova carta d’identità svizzera, in circolazione da due anni, che è stata abilmente falsificata: “Alcuni elementi di sicurezza sono molto ben imitati”. Anche le guardie di confine devono quindi seguire una formazione continua.

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