Quattrocento cantieri si sono fermati e circa 700 operai edili della Svizzera nord-occidentale hanno manifestato, martedì, a Basilea. Prosegue così la mobilitazione dell'edilizia, partita lo scorso 17 ottobre in Ticino. Una mobilitazione indetta dai sindacati Unia e Syna in vista del rinnovo del contratto nazionale mantello (CNM) che scade alla fine di quest'anno.
Lo scontro si concentra su più punti: le modifiche dell'orario di lavoro giornaliero, con una richiesta da parte del padronato di maggior flessibilità, mentre i sindacati chiedono giornate più corte; una differente considerazione dei tempi di trasferta; un aumento della busta paga superiore all'inflazione; regole chiare in caso di condizioni climatiche estreme e una protezione dei lavoratori over 50.
Sono circa 700 gli operai che martedì sono scesi in piazza a Basilea
SSIC: "Proteste e scioperi minano il valore del contratto"
Altre manifestazioni sono previste nelle prossime settimane, anche a Ginevra (7-8 novembre). Ed è proprio contro lo sciopero in programma a Ginevra che la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) ha di recente presentato una denuncia. Una denuncia che lunedì è però stata respinta per motivi puramente formali dal Tribunale arbitrale, senza entrare nel merito dal punto di vista materiale, come ha fatto sapere martedì l'organizzazione.
La SSIC chiede tuttavia a Unia e Syna a Ginevra, ma anche a livello nazionale, di assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei loro membri. "Con gli appelli alle proteste e agli scioperi stanno facendo il contrario e minano il valore del CNM".
Tensione nel mondo dell'edilizia
Telegiornale 17.10.2022, 14:30