Un 36enne padre di famiglia macedone, in Svizzera da quando aveva 9 anni, dovrà lasciare la Confederazione in seguito a una condanna per omicidio intenzionale legata ad un incidente stradale. La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) di Strasburgo ha confermato la revoca del permesso di domicilio poiché la decisione delle autorità elvetiche non viola l'articolo 8 della Convenzione europea, che garantisce il diritto alla protezione della vita privata e famigliare.
Dopo alcune condanne per reati minori, nel 2000 l’uomo, durante una gara illegale, provocò un grave incidente che costò la vita a un 17enne. Fu condannato nel 2004. Tre anni dopo, durante un congedo, aggredì un agente di polizia.
Nel 2009 il Consiglio di Stato di Zurigo decise di revocare il suo "permesso C" anche in considerazione del fatto che l'uomo è considerato male integrato in Svizzera e continua a parlare albanese, al pari della moglie con la quale è sposato da 16 anni e ha due figli.
Diem/ATS