La Corte d’appello penale del Tribunale cantonale vodese è chiamata, da oggi giovedì, a giudicare il 40enne Claude D. che uccise la giovane Marie nel maggio 2013 poco lontano da Payerne. L’uomo era stato condannato, in prima istanza, al carcere a vita e all’internamento.
Il processo, svoltosi a Renens (VD), aveva suscitato non poche emozioni, lo scorso mese di marzo. La sentenza era stata molto dura e aveva accolto tutte le richieste della Procura con il giudice a definire l’uomo un “killer seriale” e il procuratore a ritenerlo “un assassino all’ultimo stadio”.
Il Ministero pubblico aveva accolto con soddisfazione la sentenza di primo grado. La reclusione a vita era stata inflitta per i reati di assassinio, rapimento, sequestro di persona e coazione sessuale. L’internamento si era reso necessario per estremo pericolo di recidiva. La difesa ha impugnato il verdetto contestandone tutti i punti e in aula l'assassino ha ribadito la sua versione: il suo gesto non fu premeditato.
ATS/Swing
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