Svizzera

No-Vax e antisemitismo

Gli ebrei nel mirino di chi si oppone alle misure anti-Covid e grida al complotto - Denuncia della comunità israelita

  • 19 agosto 2021, 21:43
  • 20 novembre, 19:50
02:27

Pandemia e accuse contro gli ebrei

Telegiornale 19.08.2021, 22:00

Di: TG/Lidia De Bernardi 

Gli ebrei sono nel mirino di esternazioni e commenti antisemiti da parte di chi si oppone alle misure che servono ad arginare l'epidemia. In questi ambienti No-Vax alcuni gridano al "complotto orchestrato anche dagli ebrei"; riferimenti al nazismo e all'Olocausto sono sempre più frequenti. Una situazione che turba profondamente la comunità israelita svizzera.

Le manifestazioni contro le misure anti-Covid si sono moltiplicate negli ultimi mesi. Anche in Svizzera. E anche nella Confederazione, come in altri Paesi, alcuni gruppi che vi partecipano esternano sempre più opinioni antisemite. Una realtà osservata con preoccupazione dalla Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI). "Ad esempio, nel nostro rapporto sull'antisemitismo dell'anno scorso, la metà delle esternazioni sulle teorie del complotto antisemite erano legate alla pandemia", spiega Jonathan Kreutner, segretario generale FSCI.

Da sempre le teorie del complotto fanno riferimento a presunte forze oscure ebraiche, che trarrebbero profitto dalle pandemie. "Un buon esempio risale a 800 anni fa e all'epidemia di peste, quando in alcuni casi si diede la colpa agli ebrei della propagazione della malattia. E anche oggi si leggono teorie secondo le quali gli ebrei sono responsabili della pandemia e che, con il vaccino, cercano di dominare il mondo".

Oltre alle teorie del complotto, ci sono poi i paragoni delle misure anti-Covid con quelle messe in atto dal terzo reich durante la seconda guerra mondiale. "Va detto chiaramente che non tutti questi paragoni sono antisemiti e infrangono la legge. Ma urtano profondamente, e i riferimenti all'olocausto diventano sempre più frequenti negli ambienti anti-coronavirus, soprattutto nelle ultime settimane".

Paragoni che turbano e che possono diventare pericolosi. "E' legittimo esternare le proprie frustrazioni e manifestare, ma perché bisogna sfruttare l'olocausto per i propri fini politici? Perché bisogna assolutamente fare paragoni con questo orrendo destino subito dagli ebrei? E' offensivo, al limite della legge e anche pericoloso perché, con la frequenza con la quale viene fatto, rischia di banalizzare l'olocausto."

Dalla piazza vera a quella virtuale, contro il virus dell'antisemitismo o della banalizzazione dell'atrocità un vaccino non c'è.

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