"I bambini non sono toccati, non si ammalano e non sono vettori del virus". L'affermazione fatta giovedì in conferenza stampa dal delegato dell'UFSP per il COVID-19, Daniel Koch, ha suscitato un certo disorientamento.
Confrontato a questa frase dai colleghi di RTS, anche Alain Berset è apparso in imbarazzo venerdì mattina, e ha cercato di precisare: "È un virus nuovo, si impara ogni giorno qualcosa. Il Centro europeo di controllo delle malattie trasmissibili aveva pubblicato in marzo un documento scientifico che diceva che i bambini potevano essere dei vettori. In Svizzera, come in altri paesi, abbiamo chiuso le scuole. Nel frattempo si è visto che i più piccoli sono molto meno sensibili al coronavirus che all'influenza stagionale", ha detto il ministro dell'interno, concludendo che "bisogna essere prudenti, ma tutto sembra indicare che non sarà lì che avremo le maggiori difficoltà".
RG 12.30 del 17.04.2020 La voce del dottor Enos Bernasconi
RSI Info 17.04.2020, 15:14
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Dove sta la verità? "Il messaggio di Koch è che non sono sicuramente i bambini i vettori principali di questa infezione", chiarisce a sua volta il dottor Enos Bernasconi, responsabile del Servizio malattie infettive dell'Ente cantonale ospedaliero ticinese. "I dati scientifici mostrano che più la persona è sintomatica e più espelle virus e può quindi contagiare" e i bambini sono generalmente poco sintomatici, spiega Bernasconi.
Detto questo, tanto Bernasconi quanto lo stesso Koch nella conferenza stampa di oggi, invitano nuovamente alla prudenza perché il tema non è ancora completamente compreso: affidare i bambini ai nonni resta quindi sconsigliato.