La Svizzera non è soddisfatta delle critiche espresse dagli esperti indipendenti delle Nazioni Unite, che hanno criticato il razzismo sistemico nel Paese chiedendo una legge contro il profiling razziale. Lunedì a Ginevra, alla presentazione del rapporto finale, da parte elvetica sono state denunciate "incomprensioni" e ed è stato annunciato uno studio nelle prossime settimane, che verrà condotto dal Servizio di lotta contro il razzismo.
"Il razzismo e la discriminazione razziale, anche nei confronti delle persone di origine africana, sono problemi che devono essere affrontati con urgenza", ha dichiarato l'ambasciatore svizzero delle Nazioni Unite Jürg Lauber al Consiglio dei diritti umani di Ginevra. Lauber ritiene che la dimensione strutturale del razzismo, denunciata dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle persone di origine africana durante la sua visita in Svizzera a gennaio, debba essere ulteriormente approfondita.
Esperti "molto preoccupati"
Lunedì, la presidente del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite Catherine Namakula, che non parla a nome dell'organizzazione, ha presentato al Consiglio il rapporto finale della recente visita in Svizzera.
I membri del gruppo "sono molto preoccupati" per l'atteggiamento della polizia e del sistema giudiziario, ha dichiarato la signora Namakula. A gennaio il gruppo ha dichiarato che "la ricchezza moderna della Svizzera è direttamente collegata all'eredità della schiavitù" e ha preso di mira il razzismo sistemico e il profiling della polizia.
La Svizzera ha deplorato che il dialogo con le autorità non sia potuto durare più a lungo e ha criticato gli esperti dell'ONU per le "supposizioni" e i "malintesi". Gli esperti delle Nazioni Unite hanno anche visto molti esponenti della società civile, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia.
Razzismo, polizia accusata di profiling
Telegiornale 27.01.2022, 20:00
Casi individuali
"Molte conclusioni generali sembrano basarsi solo su uno o pochi casi individuali", ha detto Lauber, “e non sono rappresentativi della situazione".
Gli esperti avevano ad esempio incontrato il giovane recidivo Brian nel carcere di Pöschwies (ZH). Pochi giorni prima dell'arrivo della delegazione, le autorità zurighesi avevano annunciato l'allentamento del regime del più famoso criminale recidivo della Svizzera. Il giovane Brian era rinchiuso per 23 ore al giorno in una cella individuale, separato dagli altri prigionieri. Una situazione che è stata denunciata da diversi attori delle Nazioni Unite.
La delegazione ha anche incontrato i parenti dell'uomo ucciso l'anno scorso dalla polizia su una banchina a Morges e ha seguito diverse situazioni simili. Il gruppo di lavoro ritiene che le indagini e i procedimenti giudiziari contro la violenza della polizia non siano sufficientemente indipendenti.
Progressi e raccomandazioni
Il rapporto menziona anche numerosi progressi, in particolare nel sostegno alle iniziative che combattono il razzismo nel Paese.
Tra le raccomandazioni, il gruppo di lavoro chiede di indagare su tutti i decessi osservati in detenzione o nei centri di accoglienza per richiedenti asilo. Gli esperti chiedono pure meccanismi di denuncia e di indagine indipendenti per le vittime e ritengono che la futura istituzione nazionale per i diritti umani dovrebbe essere in grado di accogliere denunce, ma questa possibilità non è stata prevista dal Parlamento federale.
Un'altra richiesta è stata quella di dotare gli agenti di polizia di telecamere, le cui immagini dovrebbero essere rese pubbliche. Devono inoltre essere istituiti dei mediatori (ombudsman) a livello federale e cantonale ed è necessario approvare una legge contro il profiling razziale, insistono gli esperti. Le autorità devono insomma riconoscere il "razzismo sistemico" in Svizzera.