La Corte dei diritti dell'Uomo europea ha opposto il suo veto definitivo alla richiesta inoltrata da una zurighese d'origine somala che avrebbe voluto cambiare il suo cognome che, se pronunciato "all'occidentale" assume un significato mortificante: pelle marcia e gabinetto.
I giudici le hanno negato questa facoltà poiché la situazione imbarazzante si verificherebbe solo se il nome di famiglia sotto accusa fosse articolato in un certo modo e in presenza di qualcuno che conosca l'idioma del paese africano. Un contesto oggettivamente raro che non può essere considerato fonte di discriminazione, secondo Strasburgo.
Per avvalorare la sua tesi, la donna aveva citato l'esempio d'immigrati polacchi che avevano avuto partita vinta. Le è però stato fatto notare che il cognome in questione era praticamente impossibile da pronunciare in Svizzera.
ATS/dg