In Svizzera si tenta di regolare un settore in piena crescita ma dove non mancano abusi e precariato: quello delle cosiddette badanti. Sono donne, spesso immigrate, che assistono a domicilio persone anziane non più autosufficienti.
Per la prima volta la loro attività viene ora regolamentata da un Contratto collettivo di lavoro che definisce salari e orari. È stato sottoscritto dal sindacato Unia e dall'associazione «Zu Hause leben» (Vivere a casa) che riunisce 30 imprese attive nel settore. Dal 1 gennaio 2015 varrà per aziende e agenzie di pubblica utilità private attive nell'assistenza non medica.
Il salario minimo salirà progressivamente fino a 22 franchi all'ora nel 2018 per le persone senza formazione, a 25 franchi per chi possiede un certificato federale di formazione pratica (CFP) e a 27.50 franchi con attestato federale di capacità (AFC).
La settimana lavorativa sarà di 42 ore (al 100%) e dopo tre mesi si avrà diritto a un impiego fisso in caso di raggiungimento di un tasso di lavoro minimo. Inoltre dal 2018 gli ultracinquantenni beneficeranno di cinque settimane di vacanza.
La convenzione prevede poi il versamento del salario in caso di malattia (80% fino a 720 giorni), congedo maternità (100% per 16 settimane) o paternità (5 giorni). Per il lavoro notturno sarà applicato un supplemento del 25%, per quello nei giorni festivi del 50%, mentre l'indennizzo per il picchetto sarà di 3 franchi all'ora. Previsti pure risarcimenti per la trasferta.
ATS/RED.MM
RG 12.30 del 26/05/2014; il servizio di Mattia Serena
RSI Info 26.05.2014, 14:33
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