Approfondimento

“Coi soldi della pensione non riesco a vivere in Svizzera”

Aumentano le persone che ritirano il capitale ed emigrano in Paesi meno costosi: c’è chi lo fa per necessità ma anche chi parte all’estero per scelta di vita - Le testimonianze

  • Oggi, 11:00
  • Oggi, 11:26
22:51

Il capitale della pensione

Falò 18.03.2025, 20:55

Di: Oscar Acciari/Falò 

“Ho 65 anni. Per restare qui potrò fare qualche oretta per andare avanti. Se trovo qualche ora da fare in giro, diciamo nella ristorazione, ben venga. Ho deciso di ritirare il capitale di cassa pensione, perché con l’AVS più l’eventuale rendita non ci stavo dentro. Sarebbero stati 2’400 franchi e qualcosa con la rendita. Io prenderò diciamo 1’870 franchi al mese di AVS e basta. Più il capitale che ho ritirato. Cercherò di usarne il meno possibile, diciamo per lasciare qualcosa ai miei figli.”

A dare la propria testimonianza a Falò è Marcello Castelli, andato in pensione quattro mesi fa. Lui faceva il cameriere, professione che svolge ancora saltuariamente per racimolare qualche soldo in più.

Quando il capitale è modesto e si pensa ai figli

Quello di Marcello è un capitale cassa pensioni modesto. Il suo secondo pilastro è di poco più di 100’00 franchi. A pesare vi sono stati un divorzio e dei buchi contributivi, a causa della stagionalità del suo mestiere. Anche percependo una piccola rendita del secondo pilastro, avrebbe raggiunto finanziariamente il minimo esistenziale, come chi percepisce l’integrazione dell’AVS complementare. Marcello, prima di essere in pensione, aveva già dovuto faticare per sbarcare il lunario, svolgendo alcuni lavoretti extra.

In Puglia con 1’200 euro al mese vivo bene, il cuore è qui ma sono costretto ad andare via

Marcello, Pensionato, ex cameriere

“C’è chi ha la fortuna di avere il posto annuale, bene. Purtroppo però, ci sono tanti ristoranti o alberghi che d’inverno chiudono, perché il Ticino è un paese stagionale per il turismo. E così sono stato costretto ad andare anche in disoccupazione tante volte… e i contributi per il secondo pilastro non sono stati versati ed è pesante poi quando si va in pensione”, racconta ancora alla RSI.

Pensionati che si dicono costretti a migrare all’estero

Marcello ha tre figli che vivono in Ticino. Ma a causa della sua situazione finanziaria, ha deciso di trasferirsi tra qualche anno in Italia: “Io sono pugliese, sono 45 anni che sono in Svizzera. L’intenzione è quella di ritornare giù. Io praticamente avendo questi soldi in banca, con 1’200 euro al mese giù vivo bene. Non devo stare là a stringere la cinghia. Il cuore è qui, perché ci sono i miei figli. A me dispiace andar via, solo che appunto non so se ce la faccio ad andare avanti. Sono costretto ad andar via, mi sento costretto ad andar via!”

Tanti nella ristorazione preferiscono ritirare il capitale, anche se modesto, e trasferirsi all’estero

Patrick Nasciuti, responsabile di Gastrosocial, una delle più grandi casse pensioni della Svizzera

Una tendenza marcata nel settore della ristorazione

La tendenza a ritirare l’intero capitale di cassa pensione è particolarmente marcata nel settore della ristorazione, come appurato da un servizio andato in onda a Falò, il nostro magazine di inchiesta e approfondimento.

Patrick Nasciuti, responsabile di Gastrosocial, una delle più grandi casse pensioni della Svizzera con circa 22’000 aziende affiliate e 200’000 lavoratori e lavoratrici assicurati, afferma che: “La tendenza del ritiro di capitale negli ultimi anni è una tendenza che è aumentata. Arriviamo addirittura a picchi dell’80%. Siamo sicuramente una delle casse con il ritiro di capitale maggiore. Me lo spiego dal fatto che spesso quando un assicurato vede che la rendita ammonta a 300 o a 400 franchi al mese, a quel punto ritira il capitale, anche se esso è poco, preferisce ritirare il capitale e magari trasferirsi all’estero”.

Da segnalare che il capitale medio di cassa pensione di chi opera nel settore è al di sotto dei centomila franchi. A contribuire è anche la precarietà del mestiere: “Il lavoro del cameriere è proprio un lavoro precario, non tanto in sé per il lavoro, ma per le dinamiche dello stesso” - precisa Patrick Nasciuti. “Penso alle stagionalità. Penso magari a una persona che fa due lavori con due datori di lavoro diversi. Sono tutti fattori che vanno a incidere sulla cassa pensione, quindi con meno possibilità di risparmio e quindi con meno capitale alla fine della vita lavorativa”.

Solo il 40% degli assicurati opta esclusivamente per la rendita LPP

In generale il fenomeno del ritiro del secondo pilastro è in crescita in Svizzera. Nel 2023 (ultimi dati a disposizione) il 41% dei nuovi beneficiari ha ritirato tutto il capitale, il 19% ha scelto di ritirare un po’ di capitale e di ricevere una parte della rendita, mentre il 40% degli assicurati ha optato esclusivamente per la rendita mensile di cassa pensione da aggiungere a quella dell’AVS. Per capire meglio la tendenza ci siamo rivolti anche a Gabriele Pinoja, contitolare di una delle più grandi società di brokeraggio assicurativo in Ticino, società che propone polizze assicurative e prodotti vari e consulenza alle aziende per l’affiliazione alle casse pensioni. Dal suo osservatorio si spiega così la tendenza, soprattutto di chi ha figli, a ritirare il capitale e a rinunciare a una rendita del secondo pilastro per il resto degli anni di vita:

Ho visto gente che ha lasciato la Svizzera per andare dove tutto costa meno o costretta a svolgere lavoretti per andare avanti

Gabriele Pinoja , contitolare di una società di brokeraggio assicurativo

“A essere determinante è la situazione familiare. Perché in caso di decesso, se ci fosse la vedova o il vedovo, questi percepirebbero il 60% della rendita precedente e alla successiva morte della vedova, nessuno più prenderebbe nulla: il capitale andrebbe perso, rimarrebbe nella cassa pensione. Quando mi trovo di fronte a questi casi, penso che siano casi tristi, perché avere 200’000 franchi di capitale cassa pensione, significa avere una rendita più o meno di 1’000 franchi al mese che, aggiunta all’AVS, rischia di essere insufficiente per poter vivere qui da noi… Direi che è quasi impossibile… Io nei casi con i quali mi sono confrontato, nei tanti anni in cui lavoro, ho visto gente che ha lasciato il nostro paese, purtroppo costretta a lasciarlo per migrare in un paese dove la vita costa meno. Oppure si tratta di gente che deve continuare a lavorare, a svolgere lavori complementari, lavoretti per andare a completare la rendita per poter vivere normalmente anche qua.”

I costi aumentano, la Svizzera è diventata un paese per ricchi

Roberto e Giovanna Crivelli, pensionati che hanno deciso di trasferirsi alle Canarie

Si parte all’estero anche con un capitale più alto

A scegliere di ritirare il capitale al posto di ricevere una rendita sono spesso anche coloro che hanno un ammontare di cassa pensioni più elevato, oltre i 600’000 franchi. È il caso di Roberto Crivelli, ex dipendente di FFS Cargo, che proprio nei giorni scorsi ha terminato la sua attività lavorativa anticipatamente. Anche lui e sua moglie Giovanna hanno deciso di trasferirsi all’estero, in Spagna.

A Falò Giovanna Crivelli, moglie di Roberto, racconta che: “Abbiamo deciso di trasferirci a Fuerteventura perché ci vive mio fratello, quindi ci troveremo già una persona pratica della zona. Il clima è temperato caldo tutto l’anno. E poi perché comunque le Canarie hanno un costo della vita molto più basso rispetto alla Svizzera. Qui, aumentano i costi e devo sempre rinunciare a qualcosa”.

“La Svizzera, economicamente, secondo la mia opinione – aggiunge Roberto Crivelli - è diventata un paese per ricchi. È diventata troppo cara, troppo. Non so dove vogliono portarla. Ci sono sempre un sacco di spese... gli aumenti delle casse malati continuano ogni anno e ogni anno aumentano…”

“Io prendo l’esempio di mio fratello” - conclude Giovanna - lui ha settant’anni, paga 200 euro ogni tre mesi di assicurazione sociale. Noi, venendo dalla Svizzera, dobbiamo fare questa assicurazione e sono 200 o 300 euro, a dipendenza dall’assicurazione che uno vuole stipulare, ogni tre mesi…”

All’estero per scelta di vita

Ma c’è anche chi si è trasferito all’estero per un progetto di vita, per nuovi stimoli, nonostante fosse ancorato fortemente al territorio ticinese. È il caso di Dario Trapletti, ex vicesindaco delle Terre di Pedemonte e già allenatore di calcio delle categorie dilettanti ticinesi. Oltre quattro anni fa si è stabilito a Olhao, nel Sud del Portogallo, con la compagna Lara.

“Noi ci siamo trasferiti in Portogallo per una scelta di vita - racconta - Eravamo stufi, eravamo stressati. Volevamo cambiare. Abbiamo aperto un bed and breakfast, un piccolo boutique hotel. Abbiamo investito per questo progetto vendendo la casa che avevo in Ticino. La mia compagna ha prelevato la sua cassa pensione. Non avevamo bisogno della cassa pensione per sviluppare il nostro progetto”.

Il capitale in Svizzera, ma investito in parte a rischio

Ma dopo alcune stagioni di successo, anche Dario e Lara decidono di smettere di lavorare. Nonostante le soddisfazioni personali, avvertono il bisogno di più tranquillità. Decidono quindi di acquistare un terreno dove costruire il loro nido. L’acquisto del terreno è un’occasione da prendere al volo, senza aspettare di trovare gli acquirenti del bed and breakfast messo in vendita. Dario decide quindi di utilizzare il capitale di cassa pensioni prelevato e lasciato in Svizzera, investito in prodotti finanziari in parte a rischio.

“Quando ho deciso di ritirarlo mi sono accorto che in un solo anno ho perso un 10% dei 200 e rotti mila franchi che mi restavano, visto che avevo già alle spalle un divorzio. Ed è chiaro che al momento in cui hai bisogno del capitale non è che vai a pensare: è solo da un anno che l’ho messo a far rendere, vai e lo ritiri! Quindi da questo lato per me è stata un’amara sorpresa.”

E come Dario, una volta ritirato il capitale cassa pensione, sono parecchi quelli che decidono di investire nei diversi prodotti finanziari e assicurativi offerti. Come fare a capire in che prodotti investire?

“Se quei soldi sono necessari per la mia sussistenza, non li lascerei solo sul conto, ma sicuramente non li investirei a rischio” - dichiara Gabriele Pinoja. “Se li investissi, li investirei sicuramente in prodotti garantiti. Noi sappiamo che i venditori, che possano essere consulenti assicurativi o bancari, devono vendere dei prodotti. E alcuni prodotti, anche interessanti, sono tipicamente speculativi. Quindi vanno bene per persone che possono investire in questo ambito. Io normalmente dico al cliente che devono essere soldi ‘dei quali tu non hai bisogno immediatamente’. È molto importante che il consulente spieghi chiaramente al cliente che si può perdere. E troppo spesso questo non avviene!”

logo.png

Tutte le edizioni di Falò

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare