La mobilitazione del personale della SIX di Bedano che, lunedì mattina, si è astenuto dal lavoro per due ore, ha avuto un primo effetto. La direzione del gruppo zurighese, leader nei servizi finanziari, si è detta pronta a negoziare il piano sociale rivendicato dalla settantina di dipendenti che perderà il lavoro a causa della decisione di chiudere la sede ticinese (come pure quelle di Losanna e Oerlikon) per concentrare le attività sulle rive della Limmat e trasferire in Polonia il back-office.
La comunicazione è giunta nel corso della giornata, ha anticipato Natalia Ferrara, presidente della sezione ticinese dell’associazione svizzera impiegati di banca, ospite del Quotidiano RSI. "L'azienda ci ha confermato che sulla decisione di chiudere a Bedano non sono disposti a negoziare e che non vuole che scioperiamo; dicono però di essere pronti a fornire sufficienti mezzi finanziari per aiutare concretamente il personale, in particolare ticinese", ha spiegato.
I dipendenti che fino ad agosto lavoravano per Aduno, tra le altre cose, chiedono: il riconoscimento delle prestazioni secondo l'età, prepensionamenti a partire dai 58 anni e misure puntuali per i genitori con figli.
Diem/Quot