“La perdita più grossa è stata di 500 franchi, sono partito - si chiama scalata- puntando 100 franchi, ne ho vinti 200.- e li ho scommessi, via via così, puntando sempre la vincita. Poi sono arrivato a 500 franchi, li ho puntati e li ho persi tutti.”
Incontriamo Francesco e Luca, due studenti ma soprattutto due amici. Li unisce la passione per il calcio, entrambi giocano in quarta lega. Nel mondo dello sport l’emozione è una costante e c’è un elemento che rende ancora più coinvolgente questa passione: le scommesse.
Francesco e Luca scommettono quasi principalmente su calcio, basket, tennis e a volte anche sull’hockey e come loro lo fanno molti giovani ragazzi.
“Abbiamo più del 60% dei giovani che giocano le scommesse sportive, - ci dice Sara Palazzo responsabile dei Servizi per le dipendenze di Ingrado - questo è un trend in ascesa ed è estremamente preoccupante”.
Oggi chi scommette lo fa rigorosamente su siti online perché offrono un accesso semplice e veloce. Unibet è uno dei cinque giganti europei delle scommesse sportive e come tutti i bookmakers stranieri è fra l’altro illegale nel nostro paese.
Giocare online non è mai stato così facile
Sébastien Jung ha lavorato per Unibet come trader sportivo per oltre cinque anni: “Quando offrivamo le partite, dovevamo battere gli scommettitori per far guadagnare la nostra azienda. Il target è ovviamente quello dei giovani tra i 18 e i 25 anni. “
Unibet, come altri operatori, non si limita ad attirare i giocatori. Li tiene anche d’occhio, in particolare due tipi di giocatori: quelli che vincono troppo o troppo spesso.
“Per distinguerli – spiega ai microfoni di Falò Sébastien Jung - avevamo un software che permetteva di vedere le scommesse in arrivo. Li evidenziavamo in rosso. Questi giocatori appunto vincevano troppo e quindi ci è stato chiesto di limitare la loro possibilità di giocare. Riuscivamo a farli scommettere fino a 100 volte meno rispetto agli altri.”
Oggi la percezione è che le scommesse sportive siano un “intrattenimento innocuo” o “un facile guadagno” e cio’ può minimizzare i rischi e portare a comportamenti dannosi.
Come è successo a Lorenzo: “All’inizio, come ogni cosa, sembrava una cosa nuova, una cosa bella, poi piano piano capisci che è una dipendenza, un gioco che pensi ti dia qualcosa ma in verità ti prende solo i soldi e basta. “