Inchiesta

Bet Generation: i giovani nel vortice delle scommesse sportive

Viaggio tra chi spende soldi, molti soldi per giocare d’azzardo online - Il monito degli esperti: molti i ragazzi coinvolti, ascesa preoccupante - L’ex trader: il target dei siti è chi ha 18-25 anni

  • 14 giugno, 10:23
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Bet generation

Falò 13.06.2024, 21:29

Di: Katia Ranzanici/Falò 

“La perdita più grossa è stata di 500 franchi, sono partito - si chiama scalata- puntando 100 franchi, ne ho vinti 200.- e li ho scommessi, via via così, puntando sempre la vincita. Poi sono arrivato a 500 franchi, li ho puntati e li ho persi tutti.”

Incontriamo Francesco e Luca, due studenti ma soprattutto due amici. Li unisce la passione per il calcio, entrambi giocano in quarta lega. Nel mondo dello sport l’emozione è una costante e c’è un elemento che rende ancora più coinvolgente questa passione: le scommesse.

Francesco e Luca scommettono quasi principalmente su calcio, basket, tennis e a volte anche sull’hockey e come loro lo fanno molti giovani ragazzi.

“Abbiamo più del 60% dei giovani che giocano le scommesse sportive, - ci dice Sara Palazzo responsabile dei Servizi per le dipendenze di Ingrado - questo è un trend in ascesa ed è estremamente preoccupante”.

Oggi chi scommette lo fa rigorosamente su siti online perché offrono un accesso semplice e veloce. Unibet è uno dei cinque giganti europei delle scommesse sportive e come tutti i bookmakers stranieri è fra l’altro illegale nel nostro paese.

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Giocare online non è mai stato così facile

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Sébastien Jung ha lavorato per Unibet come trader sportivo per oltre cinque anni: “Quando offrivamo le partite, dovevamo battere gli scommettitori per far guadagnare la nostra azienda. Il target è ovviamente quello dei giovani tra i 18 e i 25 anni. “

Unibet, come altri operatori, non si limita ad attirare i giocatori. Li tiene anche d’occhio, in particolare due tipi di giocatori: quelli che vincono troppo o troppo spesso.

“Per distinguerli – spiega ai microfoni di Falò Sébastien Jung - avevamo un software che permetteva di vedere le scommesse in arrivo. Li evidenziavamo in rosso.  Questi giocatori appunto vincevano troppo e quindi ci è stato chiesto di limitare la loro possibilità di giocare. Riuscivamo a farli scommettere fino a 100 volte meno rispetto agli altri.”

Oggi la percezione è che le scommesse sportive siano un “intrattenimento innocuo” o “un facile guadagno” e cio’ può minimizzare i rischi e portare a comportamenti dannosi.

Come è successo a Lorenzo: “All’inizio, come ogni cosa, sembrava una cosa nuova, una cosa bella, poi piano piano capisci che è una dipendenza, un gioco che pensi ti dia qualcosa ma in verità ti prende solo i soldi e  basta. “

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