Due anni fa è entrata in vigore, in Ticino, la nuova ordinanza sulla coltivazione della canapa e sulla vendita al dettaglio dei suoi prodotti. Un regolamento voluto anche per arginare un fenomeno che sembrava in grande espansione e che si temeva potesse sfuggire al controllo.
A due anni di distanza la realtà, come confermato dal capo della Sezione amministrativa della polizia cantonale Elia Arrigoni, è però quella di un settore che si è stabilizzato. “Abbiamo sempre tre rivenditori autorizzati ai sensi della legge attuale e attualmente 25 coltivazioni autorizzate – spiega Arrigoni. I prodotti vengono però venduti in più punti vendita, in quanto diversi sono già stati preventivamente autorizzati dall’Ufficio federale di sanità pubblica e, non soggiacendo alla legge cantonale, possono anche essere venduti da altri”.
CSI 18.00 del 31.10.2019 - Elia Arrigoni risponde alle domande di Francesca Torrani
RSI Info 31.10.2019, 17:01
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Il coltivatore: “Entusiasmo scemato”
Un quadro che trova riscontro anche tra i diretti interessati, come Ivan Martinelli che, nella sua azienda di fioricoltura, oltre a fiori, verdure e tappeti verdi coltiva proprio la canapa a basso tenore di THC, circa 1'000 kg all’anno. “È cambiato completamente il mercato – spiega ai microfoni della RSI –, all’inizio c’era una grandissima richiesta e tutti volevano provarla, al momento invece la domanda è scesa e i consumatori cercano un prodotto di qualità nettamente superiore rispetto a prima. Anche il prezzo è calato drasticamente, si può recuperare qualcosa appunto puntando su un’ottima qualità”.
Martinelli conferma inoltre come molti coltivatori abbiano già mollato, comprese anche tante aziende della Svizzera interna che erano venute in Ticino per il clima favorevole, “ma vista la scarsa domanda non c’è spazio per le grandi produzioni”. La conclusione è quindi semplice: “Di sola canapa light in Ticino è praticamente impossibile vivere”.
Alle difficoltà del mercato si aggiungono poi anche quelle climatiche: “Noi che coltiviamo in serra quest’anno – spiega ancora Martinelli – abbiamo avuto ad esempio caldo, umido e una meteo ballerina che ci ha fatto perdere quasi il 70% del raccolto”.
Un prodotto che non è quindi nemmeno facile da coltivare: “In strutture indoor è certamente più facile, considerato che si possono controllare luce, umidità, temperatura” conclude Martinelli.
Canapa light in calo
Il Quotidiano 31.10.2019, 19:00