Il boom del business della canapa "light" potrebbe essere molto vicino alla fine. Lo dicono i produttori ticinesi che, di fronte alla crescita esponenziale delle coltivazioni notificate alla polizia cantonale, stanno già assistendo ad una diminuzione dei prezzi di vendita.
Il numero delle notifiche per coltivare canapa entro i margini concessi dalla legge - ovvero con un tenore di THC inferiore all'1% - è esploso nel 2018 arrivando a quota 29. L’anno scorso erano 12. A livello nazionale il trend era simile.
Da diversi mesi si parla di una corsa ad un'attività che sembrerebbe aver raggiunto la saturazione: secondo la logica dell'economia, troppa offerta dovrebbe far diminuire il prezzo.
“L’analisi è esatta, i prezzi della della materia prima sono sicuramente in discesa”, commenta Stefano Caverzasio, che dirige la Pureaxis, società che fabbrica diversi prodotti a base di canapa "light" e che si rifornisce da coltivatori che lavorano sul Piano di Magadino. “Stiamo valorizzando un discorso qualitativo a fronte di una domanda importante ancora in crescita”
Qualità, non quantità
La qualità come arma per distinguersi, in un mercato di nicchia che inizia ad essere affollato: “Per chi desidera ancora oggi mettersi in questo settore deve fare calcoli precisi perché i margini non sono più quello che si può immaginare”, continua Caverzasio.
Prezzi in discesa
Un mercato a cui anche diversi coltivatori ticinesi hanno iniziato a guardare con interesse. Decine di migliaia di metri quadri e grandi serre dallo scorso anno, lo sappiamo, non sono più coltivati, per così dire, a pomodori e zucchine per fare quadrare i conti in un mercato, quello ortofrutticolo, in costante difficoltà. Lo scorso anno, delle 12 notifiche giunte alla polizia cantonale, tre erano state inoltrate da membri della FOFT. Un'altra cartina al tornasole per capire quanto la produzione di canapa stia sottraendo alla produzione ortofrutticola sono le notifiche dei membri della FOFT che, in questo periodo, stanno annunciando le superfici coltivate per il prossimo. Ebbene, in questo momento la FOFT non sta registrando variazioni di rilievo rispetto all'anno in corso.
Nessuno vuole dirlo al microfono ma alcuni contadini del piano raggiunti oggi, anche tra chi non produce direttamente ma affitta i terreni ad altri, stanno riflettendo sulla possibilità di smettere con la coltivazione della canapa il prossimo anno. La conferma anche da Andrea Zanini, il presidente dell'associazione di categoria, la ORTI, da sempre critico nei confronti di chi ha fatto questa scelta: “Ci muoviamo in un limbo legale creato dalla legislazione svizzera, differente da quella europea: nel momento in cui l’Europa dovesse avere le medesime leggi che ci sono qui da noi sfido a rimanere concorrenziali”
CSI-AB/ludoC
Aumenta la canapa light
Il Quotidiano 11.09.2018, 21:00