Un architetto e il titolare di una ditta di pittura sono stati condannati, martedì a Lugano, per violazione delle regole dell'arte edilizia. I due sono comparsi alla sbarra in seguito all'infortunio di un operaio a Bellinzona. L’estate scorsa, infatti, un caposquadra impiegato in un cantiere per la ristrutturazione di una palazzina in zona Ravecchia è caduto da una scala, rivelatasi poi non a norma e mal posizionata, riportato una lesione pneumotoracica che lo ha reso inabile al lavoro per un po' di tempo.
Ma di chi è la colpa dell’incidente? Questa è la domanda che ha fatto da filo conduttore al processo al quale si è arrivati dopo l'opposizione ai decreti d'accusa emessi dal procuratore generale John Noseda a carico dell'architetto, che dirigeva i lavori sul cantiere e del pittore, a capo della ditta per cui lavorava, e lavora tuttora, la vittima.
I due ticinesi hanno contestato l'accusa di violazione delle regole dell'arte edilizia. Garanti del rispetto delle norme di sicurezza, per Noseda spettava a loro adottare le misure per prevenire gli infortuni. La Corte - presieduta dal giudice Marco Villa - ha confermato che un intervento avrebbe dovuto imporsi. Vano, quindi, il tentativo delle difese che si erano battute per il pieno proscioglimento degli imputati. I due, tuttavia, sono stati condannati a una pena pecuniaria notevolmente ridotta, rispetto agli oltre 20'000 franchi proposti dalla procura.
CSI/bin