Tutto in meno di 12 ore. Stamattina all’unanimità i deputati della Commissione della gestione e delle finanze hanno deciso di chiedere chiarezza al Governo sui rimborsi percepiti dall’ex Cancelliere dello Stato Giampiero Gianella in merito a mille franchi annui percepiti più del dovuto dal 1999 al 2011 (6'000 franchi invece di 5'000). Uno scritto inviato in copia anche al Ministero Pubblico anche se, davanti ai microfoni, si è esitato un po’ prima di dire la parola “segnalazione”.
Apriti cielo ed eccoci a riparlare di “rimborsopoli”, di “bufera” e del bartaliano “tutto da rifare” alla vigilia del dibattito parlamentare che dovrebbe scrivere la parola fine sulla polemica del rimborso delle spese dell’Esecutivo.
Rimborsi, ex Cancelliere nel mirino
Il Quotidiano 04.12.2018, 20:00
Stasera via email tra quegli stessi deputati è girato il testo di una risposta a un’interrogazione socialista del settembre 1999 (primo firmatario Raoul Ghisletta). Il Consiglio di Stato rispondeva il 4 ottobre: poco più di 5 mesi dopo la nota a protocollo e la lettera inviata da Gianella al Capo Ufficio stipendi scoperta stamattina dai parlamentari. E in quella risposta il Governo parla esplicitamente di “un’indennità forfettaria” di “fr. 6'000.- per il Cancelliere”. Insomma il Gran Consiglio era stato informato che l’indennità ricevuta da Gianella era di 6'000 franchi. Ma di quella informazione stamattina nessuno sapeva o ricordava.
Tutto in meno di 12 ore. Si è partiti dal maggio del 1999 si è arrivati all’ottobre di quello stesso anno. Certo alcune domande dovranno essere ancora chiarite (perché il Parlamento era stato informato e il Controllo Cantonale delle Finanze no?), ma il dossier più annoso di quest’ultimo anno di Legislatura si arricchisce di un nuovo colpo di scena e nell’arco di mezza giornata l’aggettivo “clamoroso” suona come un mezzo autogoal per il Legislativo. La vicenda dei rimborsi che a più riprese, sin dal 2000, lo stesso Gran Consiglio ha cercato di chiarire e regolamentare, tra indecisioni, colpi di scena e… amnesie.
Quanto emerso è venuto alla luce anche grazie alle varie segnalazioni del deputato dell'MPS Matteo Pronzini.
m.h.