Salvare Via Nassa dal declino: servono eventi di qualità, gastronomia e aperture dei negozi che vadano incontro ai ritmi della clientela. È quanto emerge da uno studio dell'Università della Svizzera italiana, secondo cui commercio, ristorazione, settore immobiliare e turismo devono formulare strategie concordate.
Via Nassa ha perso il suo glamour, sta scadendo di prestigio ed è percepita come la via degli anziani. Le conclusioni degli analisti sono spietate ma lasciano uno spiraglio di speranza perché, dicono, c’è un potenziale inespresso.
L’analisi si focalizza sui negozi di moda e del lusso, ed è stata condotta dagli universitari fianco a fianco con i direttori delle boutique. Le case madri chiedono incrementi annui del 20% nonostante un calo di clientela costante, con un flessione che varia dal 9 al 26%. Il problema, come indica lo studio, è che oggi Lugano non è più in grado di alimentare i troppi negozi e di target troppo elevato generati a suo tempo da un turismo di natura finanziaria.
La fetta della torta diventa ancora più piccola se si considera il commercio online. Lo studio punta il dito anche contro i parcheggi, troppo cari e pieni nelle ore di punta. Il problema traffico scoraggia a recarsi in centro, dove tra l’altro i turisti non trovano intrattenimento: nelle vie dei negozi mancano bar e ristoranti che accompagnino la “shopping experience”, come la definiscono gli analisti secondo i quali occorre ragionare sui giorni e gli orari di apertura in funzione dei turisti.
QUOT/sf
Negozi chiusi e poca gente