Ticino e Grigioni

Contro la cybercriminalità serve collaborazione

In Ticino crescita del 7% nel 2024, ma questi fenomeni travalicano i confini - Matteo Cocchi: “Ogni cantone non può fare tutto in maniera autonoma, servono centri di competenza”

  • Ieri, 18:20
  • 52 minuti fa
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Il 2024 della Polizia cantonale ticinese: su i reati digitali

SEIDISERA 25.03.2025, 18:00

  • Keystone
Di: SEIDISERA/pon 

Phishing, reati di abuso di sistemi di pagamento online o di abuso d’identità per compiere frodi: sono fenomeni criminali che crescono e di molto in Ticino, +7% di reati di cybercriminalità lo scorso anno secondo il rapporto annuale pubblicato martedì dalla polizia ticinese. Ma non è un problema solo cantonale e nemmeno solo svizzero: le vittime sono elvetiche ma i criminali sono in tutto il mondo. Cosa possono fare piccole polizie di fronte a evoluzioni che obbligano ad aggiornarsi non di anno in anno ma di settimana in settimana? La Confederazione dovrebbe fare di più? In questo ambito “è importante collaborare maggiormente”, secondo Matteo Cocchi, il comandante della polizia ticinese e presidente della conferenza che riunisce tutti i suoi pari svizzeri.

“C’è un centro di competenza nazionale, che è legato al centro di lotta alla cybercriminalità della polizia cantonale di Zurigo”, ha spiegato a SEIDISERA della RSI, “perché è chiaro che non tutti i corpi hanno il medesimo impatto che può fare quello di Zurigo. È importante riconoscere e informare che determinati fenomeni nascono in un cantone”. In futuro, inevitabilmente, il contrasto a reati “legati alla tecnologia dovrà per forza finire in centri di competenza, perché ogni cantone non potrà fare tutto in maniera autonoma”.

Lo scambio di informazioni fra polizie oggi non è ancora diventato realtà come auspicato: “Dal punto di vista tecnico il progetto avanza e nei prossimi anni potremo aderire allo scambio”, ha precisato Cocchi, ma quello che manca ancora sia a livello nazionale che cantonale “sono le necessarie basi legali”. In Ticino “la legge di polizia è sul tavolo della commissione parlamentare”, ma “i tempi politici per cambiare le leggi o la Costituzione sono sicuramente lunghi”.

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