C’è il sospetto che sia stato violato l’articolo 23 dell’ordinanza sulle fideiussioni solidali Covid-19 della Confederazione dietro due casi di presunte irregolarità legate ai crediti Covid-19 concessi dalle banche e sui quali -come da noi anticipato ieri- sono in corso accertamenti da parte della Procura ticinese. Il Ministero pubblico conferma che si tratta per il momento di verifiche preliminari. L’ordinanza in questione è quella che riguarda il piano di aiuti federali per aiutare le imprese colpite dagli effetti della crisi innescata dal coronavirus, fornendo loro liquidità.
L’articolo 23, ci ha precisato la Procura ticinese, stabilisce che “sempre che non si tratti di un reato più grave secondo il Codice penale, è punito con la multa fino a 100'000 franchi chiunque ottenga un credito secondo la presente ordinanza fornendo intenzionalmente informazioni false oppure utilizzi il credito in deroga all’articolo 6 capoverso 3”. Ricordiamo che le imprese che chiedono un credito agli istituti bancari firmano un documento, per cui in caso di abuso o di un uso improprio dei fondi ottenuti, tra i reati potrebbe entrare in linea di conto anche la falsità in documenti.
CSI 18.00 del 13.05.2020 Segnalazioni alla magistratura
RSI Info 14.05.2020, 15:56
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