Si è concluso con una condanna a 24 mesi di carcere totalmente da espiare il processo al 65enne italiano accusato di pedopornografia e di abusi nei confronti della figlia. I fatti, avvenuti tra il 2000 e il 2002 quando lei era ancora una bambina, sono stati contestati dall’imputato, ma le dichiarazioni della giovane e delle altre persone sentite sono risultate credibili. Il precedente penale per atti di libidine e la diagnosi di pedofilia formulata dal perito hanno ulteriormente pesato sul giudizio.
Nel comunicare la sentenza il presidente della Corte, Amos Pagnamenta, non ha usato mezzi termini definendo “ignobili” gli atti compiuti e “sconcertante” l’assenza di empatia mostrata dall’uomo. Pagnamenta ha anche ricordato gli oltre 30’000 file sequestrati nel 2022, compreso un fotomontaggio “inquietante” realizzato con il volto della vittima.
SEIDISERA del 20.09.2024 - Gli aggiornamenti di attualità presentati da Pervin Kavakcioglu
RSI Info 20.09.2024, 20:31
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Contro il 65enne è stata inoltre decretata l’espulsione dalla Svizzera per un periodo di cinque anni, l’obbligo di sottoporsi a un trattamento ambulatoriale e il divieto a vita di svolgere attività a contatto con i minori.
In ragione del pericolo di fuga, al termine del dibattimento la Corte ha disposto l’arresto dell’imputato, che era giunto in aula a piede libero. La difesa intende ora ricorrere in appello.
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Caso di pedopornografia fa riemergere il passato
Il Quotidiano 19.09.2024, 19:00