Giovedì alcuni abitanti del Centro d’accoglienza “L’Ulivo” di Cadro hanno organizzato un presidio per denunciare la situazione in cui si trovano. Hanno segnalato la difficoltà legata ai continui trasferimenti a cui sono sottoposti (le famiglie di richiedenti asilo verranno sistemate in una pensione a Giubiasco, lasciando il posto a 93 minorenni non accompagnati richiedenti asilo). E si sono lamentati della mancanza di comunicazione da parte della Croce Rossa.
Al presidio era presente anche Lara Robbiani, specialista in migrazione dell’Associazione DA-RE. La giornalista di SEIDISERA Francesca Calcagno le ha chiesto un’analisi della situazione attuale e le sue speranze per il futuro. All’orizzonte, in autunno, c’è infatti l’apertura di un nuovo centro cantonale d’accoglienza a Camorino.
A preoccupare Robbiani è principalmente la scarsa capacità di mettersi nei panni dei richiedenti. “Se uno fa domanda d’asilo vuol dire che ha subito molte violenze ma si pretende che riescano a recepire le nostre informazioni come un qualsiasi cittadino”, osserva, “allora ci vuole una sensibilità maggiore, una pazienza maggiore e prendersi il tempo perché la mancanza di informazione crea veramente traumi aggiuntivi”. Robbiani reputa tuttavia che la Svizzera “abbia le capacità e le competenze per evitare un secondo trauma per mancanza di comunicazione corrette”.
A proposito del futuro centro asilanti di Camorino, che sarà gestito direttamente dall’ente pubblico, Robbiani si dice ottimista. “Ci sono diversi segnali positivi. Siamo stati invitati noi e tutte le associazioni sul territorio di Bellinzona a un pomeriggio informativo dove presenteranno il centro”, spiega, “vogliono anche sentire cosa noi possiamo offrire come supporto in aggiunta al servizio statale. E questo è veramente un segnale molto positivo di collaborazione e di partecipazione”.
SEIDISERA 23.02.25 L’intervista di Francesca Calcagno
RSI Info 23.02.2025, 20:17
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