"Il Consiglio federale, in linea con l'UE, ha detto che in Svizzera questo inverno verosimilmente dovremo ridurre del 15% il consumo di gas. Se facciamo uno sforzo, riducendo i consumi, abbassando il riscaldamento e non lasciando accese luci e computer dove non è necessario, io credo che sia fattibile. È quello che i nostri nonni hanno sempre fatto. Forse noi negli ultimi anni l'energia qualche volta l'abbiamo sprecata".
Sul fronte energetico è un'estate davvero difficile. I prezzi continuano a salire. Le forniture di gas dalla Russia - il 25% dell'energia elettrica europea è prodotta con il gas - sono a rischio a causa della guerra in Ucraina. In Germania sono state dismesse tutte le centrali nucleari. In Francia la metà delle centrali è ferma per revisioni. Ed in Ticino le centrali idroelettriche sono a corto di acqua.
Guardando avanti, il direttore dell'Azienda Elettrica Ticinese (AET) Roberto Pronini, rivolge dunque il suo sguardo all'indietro: alla parsimonia delle generazioni che ci hanno preceduto. E la soluzione, in vista di un inverno che sarà quasi certamente caratterizzato da una carenza di fonti di energia, va cercata in un cambio di atteggiamento: bisognerà ridurre i consumi ed essere meno spreconi.
Guy Parmelin parla di gas
Telegiornale 02.08.2022, 14:30
In Svizzera si sta assistendo ad una corsa alle stufette elettriche. "Ma non ha senso", rende attenti Pronini. "Sappiamo - aggiunge - che i riscaldamenti elettrici diretti sono inefficienti e non risolvono il problema: inoltre la bolletta può diventare molto salata". Diverso il discorso per una scorta di legna. "È un vettore rinnovabile. È biomasssa prodotta localmente che aiuta a diminuire la dipendenza dall'estero", prosegue il direttore di AET.
Un consiglio ai ticinesi? "Sicuramente - conclude Pronini - di abbandonare il fossile e di scegliere una variante rinnovabile: dalla termopompa al teleriscaldamento oppure a nuove tecnologie che la tecnica proporrà in futuro".