Ticino e Grigioni

Furbetti della scheda: “Le frodi sono rare in Svizzera”

L’opinione del professore di scienze politiche all’università di San Gallo Silvano Möckli dopo il caso di Arbedo-Castione: “Livello etico dei funzionari molto alto ed elettorato sensibile”

  • 18 aprile, 18:42
  • 18 aprile, 19:25
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"È in realtà sorprendente che siano così rari i casi di frode e, quando succedono, non sono praticamente mai orchestrati da più autori, ma da singole persone"

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Di: SEIDISERA-Trefogli/RSI Info

Arbedo-Castione e Ascona, dopo le elezioni comunali, sono sotto i riflettori a causa delle presunte irregolarità riscontrate nel voto, che nel primo caso hanno portato addirittura all’annullamento della consultazione. Ma al netto delle segnalazioni, delle inchieste e dei ricorsi, rimane la domanda di come sia possibile che accadano ancora episodi come questi, malgrado i filtri di legge e istituzionali. 

Ma quanto sono realmente frequenti in Svizzera azioni fraudolente in un appuntamento alle urne? SEIDISERA lo ha chiesto a Silvano Möckli, professore emerito di scienze politiche all’università di San Gallo e già osservatore elettorale all’estero. 

La Svizzera è al primo posto nella classifica mondiale per numero di elezioni e di votazioni e andiamo a votare più volte all’anno. È quindi in realtà sorprendente che siano così rari i casi di frode e, quando succedono, non sono praticamente mai orchestrati da più autori, ma da singole persone.

Come si spiega questo numero così ridotto di frodi o anche di errori, che a volte vengono segnalati?

Le amministrazioni pubbliche non sono corrotte, il livello etico dei funzionari è molto alto. Anche l’elettorato è molto sensibile: la falsificazione di schede, la frode fiscale non piacciono. Inoltre c’è il ruolo di controllo della stampa: quando emerge un caso del genere l’eco mediatica è sempre molto forte. Nel 2020 avevo studiato il caso del segretario comunale di Frauenfeld, se ne parlò moltissimo e fu uno scandalo che arrivò fino al Tribunale federale, con una sentenza di condanna.

Qualche furbo qui e là - lei dice - c’è sempre, Ticino compreso. Gli strumenti di legge sono perfettibili? 

Dipende dalle precauzioni previste. Per me è soprattutto importante il principio del controllo incrociato. L’apertura e la conta delle schede dovrebbe sempre avvenire alla presenza di almeno due persone, mentre il risultato del voto dovrebbe essere controllato per capire se è plausibile. È utile per esempio confrontare i risultati ottenuti con l’elezione precedente oppure, nel caso di votazioni, guardare l’esito nei comuni vicini. Questi due punti dovrebbero essere presenti in una legge.

Votiamo temi ed eleggiamo politici sul piano federale, cantonale e comunale. Qual è secondo lei il miglior modo per scongiurare l’azione dei ‘furbetti della scheda’?

È importante che l’analisi delle schede continui ad avvenire in modo decentralizzato. Convogliarle per esempio in uno o pochi luoghi centralizzati aumenta il rischio di falsificazioni, dato il grande numero di materiale di voto disponibile. Sarebbe più complicato avere anche il controllo sulla correttezza del verbale degli uffici elettorali.

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