Maltrattamenti, violenze e umiliazioni indicibili sono oggetto del processo a una coppia di genitori affidatari domiciliata nel Mendrisiotto, in aula da martedì a Lugano con l'accusa di coazione ripetuta, sequestro di persona, lesioni, esposizione a pericolo della vita altrui e violazione del dovere d’assistenza. La vittima dei loro soprusi era una bambina di cui si occupavano, con un vissuto già difficile con i genitori naturali.
I due imputati ammettono i fatti. Tra le lacrime la donna ha detto che la psicoterapia l'ha aiutata a capire come fossero emersi i suoi scheletri nell'armadio, riferendosi all'educazione avuta da un padre violento e militarista. Se il compito era difficile, perché non rinunciare all'affido, ha chiesto il presidente della corte Mauro Ermani? I motivi economici - 2'300 franchi al mese circa - hanno avuto il loro peso, ha confessato l'uomo.
Alla sbarra compaiono anche il tutore della bambina e un assistente sociale, che non avrebbero preso le misure necessarie per proteggerla, sottovalutando i segnali e le evidenze fisiche di quanto stava accadendo.
Genitori affidatari alla sbarra
Il Quotidiano 27.03.2018, 21:00
12.30 del 27.03.2018 Il servizio di Darco Degrussa
RSI Info 27.03.2018, 14:41
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