Ticino e Grigioni

Il caso del bimbo finirà a Berna

Grande solidarietà per la famiglia cui la cassa malati non vorrebbe rimborsare la cura anticancro. Legislazione federale in discussione

  • 17 luglio 2018, 20:13
  • 4 ottobre 2023, 17:34

CSI 18.00 del 17.07.18: il servizio di Francesca Calcagno con le considerazioni di Marina Carobbio e Bruno Cereghetti

RSI Info 17.07.2018, 20:20

  • @Ti-Press/Francesca Agosta
Di: Diem/CSI

La situazione in cui si sono trovati i genitori del 12enne malato di tumore cui la cassa malati potrebbe non rimborsare il farmaco prescritto dal dottor Pierluigi Brazzola ha provocato grande emozione. Un’emozione che, da un lato, si è tradotta in una ondata di solidarietà per la famiglia (la colletta per coprire i costi della cura di mantenimento ha già riunito 20’0000 franchi) e, dall’altro, ha rimesso in discussione la legislazione federale sull’assicurazione malattia.

Tanti casi in tutta la Svizzera

La consigliera nazionale, medico e membro del comitato dell'associazione Cancro infantile in Svizzera Marina Carobbio sta seguendo la vicenda alla pari di numerosi altri deputati. Ed è certo che il caso ticinese approderà a Berna con altri che negli ultimi mesi hanno messo in discussione il potere di apprezzamento degli assicuratori malattia per quanto riguarda il rimborso delle cure non omologate da Swissmedic che non vengono automaticamente pagate. C’è quella in discussione in questi giorni in Ticino, ma ce ne sono pure tante altre. Una questione che ha già sollevato accese polemiche negli ultimi anni, anche perché, si ritiene che il ricorso da parte dei pazienti contro le eventuali decisioni negative dalle casse malati non sia la soluzione adeguata. In casi controversi, sostiene alla RSI Bruno Cereghetti (esperto di casse malati e già direttore dell'Ufficio cantonale dell'assicurazione malattia), meglio sarebbe far capo a perito indipendente dalle due parti.

"Le trattative sono ancora in corso"

Sulla vicenda martedì ha preso posizione il Dipartimento della sanità e della socialità rilevando che "le trattative con la cassa malati del paziente sono ancora in corso”.

"Il paziente sta bene e sta seguendo la terapia"

Il cantone inoltre rassicura l’opinione pubblica annunciando che “il farmaco è disponibile e che il paziente sta bene e sta seguendo la terapia”. Ma non solo. “L’onere finanziario non sarà sostenuto dalla famiglia, ma preso in carico da altre entità, nel caso in cui la cassa malati non intervenisse”, sottolinea il comunicato.

Farmaco per questo utilizzo non omologato all'estero

Lo stesso DSS, nella nota sottoscritta dal farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, però rivela che “il farmaco in questione non figura nell’elenco dei medicamenti obbligatoriamente a carico dell’assicurazione malattie (Elenco delle Specialità) e non è omologato da Swissmedic (l’autorità svizzera di omologazione e controllo dei medicamenti); inoltre, per questo tipo di utilizzo, non è nemmeno omologato all’estero”.

Da un punto di vista politico il comunicato rileva che il Consiglio di Stato ticinese, come comunicato già due anni fa a Berna, ritiene che “tutti gli assicurati dovrebbero beneficiare di un rimborso completo e automatico dei medicamenti quando l’impiego costituisce un presupposto indispensabile per l’esecuzione di un’altra prestazione assunta dall’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie oppure promette un elevato beneficio terapeutico contro una malattia che può avere esito letale o può provocare danni gravi e cronici alla salute, ciò che sembra qui il caso, a detta del medico curante”.

Solidarietà e Casse malati

Il Quotidiano 17.07.2018, 21:30

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