Il Parlamento ticinese ha iniziato oggi, lunedì, la discussione sulla revisione della Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato: "l’abc" del Legislativo, che contempla tutta una serie di norme e prescrizioni che regolano i lavori parlamentari nei minimi dettagli. Molta la carne al fuoco; tanti i temi e molto tecnici, tra i quali spicca però la riorganizzazione delle commissioni. L’idea è crearne tre generali, che si occuperanno dei principali compiti istituzionali: Costituzione e leggi, giustizia e diritti, nonché gestione e finanze. A queste verrebbero affiancate quattro commissioni tematiche: sanità e sicurezza, economia e lavoro, formazione e cultura e, infine, ambiente, territorio ed energia. Commissioni che fungeranno da “centri di competenza nel loro ambito”, ha spiegato in aula il relatore del rapporto, Lorenzo Jelmini (PPD).
Quattro, infine, le commissioni di controllo: delle condizioni di detenzione; del mandato pubblico della Banca dello Stato; del mandato pubblico di AET e di controllo su USI e SUPSI.
Per quanto riguarda gli altri aspetti della revisione, Jelmini ha precisato come le attuali forme di dibattito sono da mantenere, salvo qualche modifica nei tempi di parola concessi a deputati e consiglieri di Stato.
Forfait rimborsi sotto la lente
La discussione è ancora in corso: un aspetto sul quale il dibattito si preannuncia più acceso è quello legato ai rimborsi spese. Questa volta, tuttavia, non dei consiglieri di Stato e del cancelliere, ma delle indennità corrisposte al presidente del Gran Consiglio. La Commissione speciale propone al plenum di aggiornare l’importo, portando il forfait dagli attuali 5’000 franchi a 10'000 franchi annuali. Matteo Pronzini (MPS) e Fiorenzo Dadò (PPD), tramite due emendamenti, chiedono tuttavia di mantenere l’importo invariato.
Tutte queste modifiche, se approvate, entreranno in vigore con la nuova legislatura, ovvero nel 2019.
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La seduta del Gran Consiglio ticinese del 9.4.2018