Ormai è assodato, ogni anno l’influenza stagionale fa capolino. Dicembre è solitamente il momento in cui comincia a diffondersi maggiormente, spiega ai microfoni di Rete Uno il dottor Christian Garzoni, specialista in malattie infettive e direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco. Questo fa sì che chi lo desidera è ancora in tempo per vaccinarsi, anche se “non è mai troppo tardi”.
“Tra inizio e metà dicembre cominciano ad aumentare i casi e di solito l’epidemia d’influenza scatta nei giorni di Natale”, indica lo specialista. Attualmente, infatti, il virus sembra non circolare ancora: “In Svizzera c’è un sistema di monitoraggio presso alcuni medici di famiglia. Quando visitano un paziente con sintomi influenzali, gli fanno un tampone per vedere di quale tipo di virus si tratta”. Allo stato attuale, riferisce Garzoni, in Svizzera il virus dell’influenza non è ancora arrivato. Sono però in aumento le consultazioni per sintomatologie come mal di gola, tosse e simili. Nel 20% dei casi si tratta di Covid-19 e sono anche molto presenti i rhinovirus, che causano il raffreddore.
Fare il test è necessario solo in alcuni casi
Covid, dunque, che sta circolando. È ancora opportuno farsi testare quando si presentano i sintomi? Domanda che ci si pone soprattutto ora che i test non vengono più pagati automaticamente dalla Confederazione. “Solo per una categoria di persone è ancora necessario sottoporsi al tampone: coloro per il quale un risultato positivo renderebbe necessaria una cura. Questo viene deciso dai medici”, chiarisce lo specialista. “Per le altre persone, sapere di avere il Covid non ha grandi conseguenze, ma vale un principio di fondo che va applicato per ogni tipo di malattia infettiva: se sono ammalato, non mi sento bene, devo evitare di entrare in contatto con altre persone, specialmente quelle più fragili”. E le mascherine? Ha ancora senso usarle? “Sono sicuramente un buon metodo di protezione, se una persona si sente più sicura utilizzandole può certamente indossarle”.
“Le prossime due settimane un buon momento per vaccinarsi”
Per influenza stagionale e Covid, i medici consigliano la vaccinazione, soprattutto a persone fragili, come anziani, coloro che hanno già una malattia o che hanno un sistema immunitario debole. “Non previene la malattia, ma fa in modo che non ci si ammali in modo grave”. In generale, viene anche raccomandata a tutti, poiché aiuta comunque a frenare la diffusione del virus proteggendo i pazienti a rischio.
“Se una persona vuole proteggersi bene, dovrebbe vaccinarsi prima che il virus cominci a circolare, perché il corpo ha bisogno di circa una decina di giorni per sviluppare gli anticorpi di protezione. Per l’influenza stagionale, che ancora non è in circolo, consiglierei di farlo il prima possibile nell’arco delle prossime due settimane”, suggerisce Garzoni. “In ogni caso si può sempre fare, anche quando l’epidemia è già scoccata”.
Il Covid ci accompagnerà anche nei prossimi anni
Anche il Covid probabilmente ci accompagnerà nei prossimi anni, ma in maniera meno gravosa: “I coronavirus sono virus respiratori che appartengono alla specie umana, quindi circolano in particolare durante l’inverno, come i virus del raffreddore, quelli dell’influenza e altri”, ricorda lo specialista. “Il Covid c’è e ci sarà ancora e farà le sue mutazioni come gli altri virus. A essere cambiata è la gravità. Adesso la popolazione globalmente ha una buona immunità, quindi i casi gravi sono più rari”. Potrebbe ancora nascere una variante aggressiva e pericolosa? “Statisticamente è poco probabile”, risponde Garzoni. “I virus sono molto pericolosi quando sono nuovi, poiché il sistema immunitario della popolazione non è pronto a combatterli”.
Ogni anno l’influenza uccide 1’000 persone
Meno grave, non vuol dire però abbassare la guardia, anche per quanto concerne il virus dell’influenza, che ogni anno in Svizzera uccide circa 1’000 persone. I ricercatori sono quindi sempre al lavoro per sviluppare vaccini che proteggono dalla nuova mutazione: “Le previsioni sul tipo di influenza stagionale vengono fatte circa 6-9 mesi prima, basandosi sul virus che circola nell’emisfero sud. Quest’anno non sembra particolarmente mutato rispetto a quello del 2022, ma sono previsioni, non danno nessuna certezza”. Il vaccino, spiega Garzoni, viene sviluppato sulla base di queste previsioni, ma c’è sempre la possibilità che il virus nel frattempo muti, proteggendo un po’ meno.
Bisognerà quindi continuare a vaccinarsi ogni anno anche per il Covid? “Dipende. Bisognerà vedere cosa succederà nei prossimi anni. Se continuerà a causare malattie gravi, avrà senso proseguire con lo sviluppo di nuovi vaccini aggiornati e consigliarli alla popolazione”. Oltre al fatto che i virus mutano, lo specialista ricorda che la protezione dei vaccini dura circa sei mesi, ancora meno negli anziani e in chi ha un sistema immunitario debole. Anche per questo motivo risulta necessario ripetere l’immunizzazione nel tempo.
L’influenza stagionale e la nuova variante del virus Covid, fra vaccinazioni, sintomi e cure
La consulenza 10.11.2023, 12:50
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