Si delineano sempre di più i contorni dell’incidente che il 10 novembre 2017, sulla A2 all’altezza di Sigirino, costò la vita a uno scooterista del Luganese. Il conducente che lo speronò non era "soltanto" ubriaco fradicio. La sua velocità era ben superiore ai limiti consentiti.
Lo ha stabilito la perizia disposta dalla procura, che l’ingegner Massimo Dalessi ha consegnato nei giorni scorsi. Poco prima dello scontro – ha accertato l’esperto – la vettura viaggiava a una media di circa 150 chilometri orari. Poi la frenata, che la fece rallentare fino ai 116 stimati da Dalessi al momento dell’impatto.
E non è tutto. Il tamponamento – ha precisato perito – avvenne lungo la corsia di destra, che il 36enne italiano aveva appena sfruttato per effettuare dei sorpassi. Uno lo aveva compiuto anche in precedenza, tra Rivera e Mezzovico. A immortalarlo la telecamera posizionata su un camion che stava procedendo nella stessa direzione.
L’uomo, difeso da Yasar Ravi, è accusato di omicidio intenzionale. Si trova tuttora dietro le sbarre, dove rimarrà almeno fino al 29 di marzo. Così ha deciso mercoledì la giudice dei provvedimenti coercitivi Claudia Solcà, accogliendo (per il rischio di recidiva) la richiesta di proroga inoltrata dal procuratore capo Nicola Respini.
Francesco Lepori