L’autore dell’incidente mortale di Sigirino dovrà rimanere dietro le sbarre almeno fino al 15 febbraio. Lo ha stabilito la giudice dei provvedimenti coercitivi Claudia Solcà, accogliendo l’istanza di proroga della carcerazione preventiva chiesta nei giorni scorsi dal procuratore capo Nicola Respini. Solcà non ha dubbi: esiste tuttora un concreto pericolo di recidiva. Il 36enne italiano, accusato di omicidio intenzionale, potrebbe cioè mettere nuovamente a rischio la sicurezza delle persone: sia al volante, sia con atti violenti di altra natura.
L’uomo – seconda novità – verrà sottoposto a una perizia psichiatrica. L’esperto designato da Respini dovrà far luce sul suo stato al momento del dramma e, più in generale, sull’esistenza di eventuali disturbi. Solo le indicazioni del perito permetteranno di valutare, come misura sostitutiva dell’arresto, l’eventualità di un trattamento stazionario per curare la dipendenza dall’alcol di cui l’imputato (difeso da Yasar Ravi) è affetto.
Il pomeriggio del 10 novembre, quando sulla A2 provocò la morte di uno scooterista del Luganese, il conducente era ubriaco fradicio. Nelle ore precedenti, con la sua guida sconsiderata aveva già rischiato più volte di provocare incidenti. E c’è un altro particolare, emerso soltanto oggi. Il 36enne aveva appena lasciato la Clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio. Se ne era andato proprio la mattina del 10, al termine di un ricovero volontario.
Francesco Lepori