La storia del fiume Morobbia e della diga di Carmena è l’esempio di come il ritardo nel rinnovo della concessione per lo sfruttamento idroelettrico possa avere conseguenze ambientali e finanziarie. Il fiume è praticamente in secca e in prossimità dello sbarramento non vengono rilasciati i deflussi minimi, ossia quel minimo d’acqua che va garantito per la sopravvivenza dell’ecosistema.
La concessione è scaduta nel 2010 e non è ancora stata formalmente rinnovata, a 15 anni di distanza.
La denuncia dell’esperto di protezione delle acque Luca Vetterli è molto chiara: “Effettivamente non c’è possibilità di sanzionare. Se le autorità non si muovono riescono a farla franca e non subiscono le conseguenze di questo dramma”.
La Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca parla apertamente di illegalità.
L'intervista a Luca Vetterli, esperto di protezione delle acque
RSI Info 19.04.2025, 08:55
Il nodo gordiano è l’assenza del rinnovo formale della concessione. E l’impossibilità di spegnere dall’oggi al domani l’impianto della Morobbia, pena la messa al buio di parte del Bellinzonese disattendendo l’imperativo dell’approvvigionamento energetico. Ma come è possibile che manchi da così tanto tempo una concessione, lasciando un “vuoto contrattuale”? È legittimo che si continui lo sfruttamento delle acque e l’incasso cantonale di 610’000 franchi di canoni d’acqua?
Il Dipartimento delle finanze e dell’economia non risponde direttamente a questa domanda e si limita a richiamare la decisione parlamentare del 2010 che manteneva lo sfruttamento delle acque alle aziende elettriche comunali, rifiutando di riversarle al Cantone. Come dire “andiamo avanti come fatto finora”.
La risposta del DFE
Per la Morobbia valgono i principi a seguito della decisione del Parlamento del 2010 (no del Parlamento alla riversione al Cantone, ndr). Le attività per il rilascio della nuova concessione per la Morobbia proseguono.
Esse, tra i vari aspetti, comprendono sia una ponderazione degli interessi in gioco (come ad esempio l’approvvigionamento elettrico e quelli ambientali) sia il calcolo dei canoni d’acqua, che determineranno le condizioni da applicare con il rilascio della nuova concessione. Data la complessità le tempistiche sono lunghe, ma comunque allineate a quanto prevede la citata legislazione federale.
La procedura di rinnovo della concessione è molto complessa e richiede tempi lungi, impegnando istanze cantonali e federali. Va detto che ogni nuova concessione porta con sé misure ambientali più severe.
L’impianto idroelettrico della Morobbia (che garantisce 35 GWh all’anno, circa il 15% dell’erogazione totale di energia elettrica) è nelle mani dell’Azienda Multiservizi di Bellinzona. Per bocca del suo direttore Mauro Suà ha sempre replicato “stiamo attendendo il via libera di Berna e del Cantone”
Il direttore delle AMB Mauro Suà
RSI Info 19.04.2025, 08:59
La risposta del DT
Sono in corso alcuni approfondimenti richiesti dall’Ufficio federale dell’ambiente. Una volta eseguiti e ottenuta l’approvazione della Confederazione del Piano di protezione e utilizzazione delle acque, la richiesta di concessione, per altro già pubblicata nel giugno del 2022, sarà inoltrata dal Consiglio di Stato al Gran Consiglio, autorità competente per il rilascio della concessione.
Ad ogni modo, il Dipartimento del territorio, vista le complessità e le tempistiche del rinnovo della concessione (e con essa dell’adozione dei provvedimenti di risanamento dei corsi d’acqua soggetti a prelievo), ha recentemente chiesto ad AMB il rilascio di un deflusso minimo provvisorio, da applicare a breve termine.
Le AMB si dicono pronte a metter mano alla diga della Carmena per rilasciare i deflussi, ma attendono un via libera del Cantone per l’avvio anticipato dei lavori. “Non facciamo abusi edilizi fuorizona”, sono state le loro parole.