La Pasqua, storicamente, apre la stagione turistica anche in Ticino ma, per il secondo anno consecutivo, il maltempo ha spinto i turisti a dare disdette, che colpiscono di più le strutture alberghiere con meno “stelle”, specialmente nelle valli.
Le previsioni annunciavano una Pasqua bagnata già da tempo e si stanno dimostrando accurate. A farne le spese chi lavora nel turismo, albergatori in primis. Massimo Perucchi, presidente di HotellerieSuisse Ticino per il Sopraceneri, ha spiegato ai microfoni di SEIDISERA della RSI che ci sono state diverse disdette: “da una parte per la meteo e dall’altra perché la nostra clientela attuale, durante il periodo di Pasqua, è per la maggioranza svizzera. Non dobbiamo dimenticare che anche il Locarnese ha sofferto, con la chiusura del Sempione... ho sentito che ci sono state diverse disdette di svizzeri francesi, che non hanno potuto oltrepassare il Sempione e scendere nel Locarnese. Il tutto ha creato un dato percentuale molto, molto basso per il Ticino sotto Pasqua”.
Perucchi spiega che siamo di fronte a un’occupazione media, nel Cantone, del 60%: la fanno da padrone le città (visto il tempo) e soprattutto le strutture a 4/5 stelle, che possono offrire una spa o altri svaghi all’interno del proprio edificio. “Purtroppo - continua Perucchi - le strutture a 3 stelle o inferiori non stanno lavorando bene come si poteva sperare. Per noi la Pasqua è importantissima per mettere fieno in cascina, come si suol dire. Dunque anche quest’anno, purtroppo, è andata male. Speriamo ora di riuscire a lavorare con i prossimi ponti che stanno arrivando... Sappiamo benissimo che, per quanto riguarda la meteo, non possiamo farci niente. Quello che possiamo fare, forse, è cambiare paradigma: cercare una clientela più distante, non solo svizzera”.
La stagione, però, è ancora lunga, gli indicatori per i prossimi mesi sono molto forti e l’autunno ormai è sempre più importante: il Ticino, infatti, proprio in autunno, offre paesaggi e luoghi incantevoli.
SEIDISERA del 19.04.2025 - Maltempo e turismo - Il servizio di Christian Gilardoni
RSI Info 19.04.2025, 19:45
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Disdette anche per le capanne
Intanto, però, in questi giorni, le abbondanti nevicate sull’arco alpino hanno causato disdette anche nei rifugi alpini, a causa del pericolo di valanghe e delle pessime previsioni meteo. Una situazione che ha spinto alcune capanne ad anticipare la chiusura della stagione invernale, tra queste Basodino, Cristallina, Piansecco e Corno-Gries.
Essere chiusi a Pasqua fa male ai capannari, perché sono giorni da tutto esaurito, con tanto di lista di attesa. Ma la sicurezza è prioritaria, spiega Andrea Baumgartner, della Capanna Corno-Gries: “Quando è pericoloso non bisogna venire da noi. La sicurezza sta al primo posto”. La decisione di chiudere anticipatamente comporta la perdita di 150 pernottamenti ma non solo. “Abbiamo un sacco di cibo che non possiamo più utilizzare. Cerchiamo quindi di congelare quello che si può. Quello che si mantiene per la stagione estiva. Il resto lo doniamo ad alcune organizzazioni caritatevoli”.
La Capanna Corno-Gries è un importante punto di appoggio per chi decide di intraprendere la Route de Soleil, una traversata sci-alpinistica di più giorni tra la valle Orsera, la Valle Bedretto, la Binntall con soste in alcuni rifugi italiani. In questa stagione l’itinerario più gettonato dagli ospiti di Andrea Baumgartner. “Abbiamo ricevuto una chiamata dal Rifugio Maria Luisa, si trova in Italia, proprio dietro l’angolo. Ci hanno informato che stavano chiudendo perché pioveva molto forte. Un altro rifugio importante per noi, sempre sul versante italiano, è il Claudio e Bruno. Anche questo ha chiuso prima del previsto”.
Andrea Baumgartner è alla sua quarta stagione alla Corno-Gries. “Per la prossima settimana era annunciato un gruppo molto numeroso, che voleva andare al Maria Luisa e poi al Basodino. Quando abbiamo saputo che stavano chiudendo questi rifugi, li abbiamo contattati per sapere cosa intendevano fare e quando ci hanno detto che stavano chiudendo, non dovendo più attendere nessuno, la decisione di chiudere è stata chiara, anche perché il rischio valanghe è molto alto. È troppo pericoloso anche per gli ospiti di giornata”.
L’anno scorso, a Pasqua, l’intera Valle Bedretto è stata chiusa per il pericolo valanghe. Il ritrovarsi per una seconda volta isolati non è comunque un problema per Baumgartner, che alla Corno-Gries si sente come a casa. “Siamo al sicuro, la nostra capanna non è a rischio valanghe, quindi non c’è nulla da temere. Al momento abbiamo acqua a sufficienza, elettricità, legna per il riscaldamento, quindi da questo punto di vista non è così male e per evitare di annoiarci ci dedichiamo al lavoro d’ufficio. Leggiamo. Al momento siamo molto impegnati. Da quando abbiamo deciso di chiudere è tempo di pulizie, rifare i letti, togliere le lenzuola e preparare tutto per la partenza, per la chiusura della stagione invernale”. Nei prossimi giorni, vista la quantità di rifiuti e cibo da portare a valle, Baumgartner ha già pianificato il volo in elicottero.
SEIDISERA del 19.04.2025 - Il maltempo e la situazione delle capanne - Il servizio di Maria Jannuzzi
RSI Info 19.04.2025, 19:47
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