Arrivano fino a Lugano le indagini della magistratura di Roma sulle connessioni tra gli ambienti di estrema destra, la mafia e la politica, che, insieme, avrebbero creato un sistema per spartirsi appalti e finanziamenti pubblici. A darne notizia, lunedì, è stato il Corriere della Sera.
Secondo gli inquirenti, che sono riusciti a ricostruire i movimenti di capitali grazie alle intercettazioni, parte delle tangenti destinate ai politici finivano in l'Argentina e in Svizzera e, più precisamente, verso una fiduciaria luganese. Stando a nostre informazioni, questa si troverebbe in Via Giacometti e se ne sarebbero trovate tracce in documenti relativi a Massimo Carminati, considerato il boss della Cupola romana.
Il quotidiano italiano sostiene inoltre che è già in corso una rogatoria con le autorità elvetiche per ottenere l'elenco dei depositi e delle operazioni effettuate dagli indagati, ma a riguardo non ci sono ancora certezze. L'Ufficio federale di Giustizia e Polizia, come il Ministero pubblico della Confederazione, hanno dichiarato di non aver ricevuto richieste di assistenza giudiziaria, mentre dal Ministero pubblico ticinese non sono arrivate né conferme, né smentite.
CSI/Red.MM
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