C’è preoccupazione nei Grigioni per la possibile chiusura di alcuni servizi ospedalieri e, in particolare, a essere a rischio sarebbe la neonatologia. Si tratta di un reparto a cui fanno capo un gran numero di pazienti e anche per questo l’ospedale cantonale di Coira ha lanciato una petizione che in poche ore ha raccolto già il sostegno di migliaia di cittadini.
L’organo decisionale dell’Accordo intercantonale sulla medicina altamente specializzata si esprimerà in merito l’anno prossimo, ma dalle indicazioni finora emerse sembra che l’ospedale di Coira potrebbe dover rinunciare appunto alla neonatologia con le cure intense per i bimbi nati prematuri e a termine, la traumatologia pediatrica e l’oncologia infantile.
Come sottolinea il portavoce del nosocomio retico Dajan Roman, si tratta evidentemente di una situazione disastrosa, in prospettiva, per le famiglie grigionesi, le quali sarebbero “deviate” per tali cure a Zurigo o a San Gallo. Quanto sia delicata la circostanza lo si percepisce con un semplice esempio: nel caso che si chiudano i settori a rischio, una donna confrontata con una gravidanza a rischio dovrebbe affrontare una trasferta di un paio d’ore più lunga, quando ogni minuto può fare la differenza per la salute di mamma e bimbo.
Attualmente a Coira, nel solo reparto intensivo di neonatologia, sono presi a carico 220 pazienti all’anno, a cui se ne somma una quindicina in traumatologia d’urgenza e altrettanti, con rilevanti variazioni, nel reparto di oncologia pediatrica. È sottinteso che, nel caso in cui questa pletora di cure fosse cancellato, l’ospedale subirebbe un radicale ridimensionamento.
Per impedire quest’eventualità il sostegno della gente non manca, come lo dimostrano le circa seimila firme raccolte mercoledì dopo poche ore dall’avvio della petizione online. Iniziativa lanciata sulla piattaforma petitio.ch e a cui si può aderire fino al 15 dicembre.
RG 07.00 del 16.11.2023 - Il servizio di Patrick Colombo
RSI Info 16.11.2023, 11:00