Ticino e Grigioni

OCST contro Credit Suisse

Denunciate le condizioni di lavoro nel call center della banca a Chiasso. Ma la banca replica

  • 6 settembre 2017, 18:19
  • 23 novembre, 04:23
Ancora nel mirino di OCST

Ancora nel mirino di OCST

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"Sfruttati e abbandonati". L'OCST critica duramente il call center per la vendita di prodotti bancari del Credit Suisse di Chiasso: il sindacato aveva già preannunciato a luglio di volerci vedere chiaro sulla situazione a seguito di alcune segnalazioni.

Oggi, mercoledì, l'OCST ha diffuso una dura presa di posizione in cui critica le condizioni di lavoro applicate nel call center, denunciando anche presunte pressioni sugli impiegati, pratiche di licenziamento aggressive e totale mancanza di disponibilità rispetto alle esigenze della vita privata e familiare da parte del datore di lavoro.

In un comunicato intitolato "Too big to be fair", l'OCST spiega che "esaurita la produttività del dipendente interviene una pratica aggressiva di licenziamento: si chiede di consegnare una lettera di dimissioni; il dipendente che lo farà potrà sperare, anche se la speranza si è dimostrata vana per tutti i coinvolti nella vicenda, in un ricollocamento interno. In alternativa, il dipendente non ha diritto ad accedere a questa misura di sostegno e verrà licenziato comunque, con un mese in meno di disdetta".

Su quanto sollevato oggi dall'OCST, la RSI ha chiesto una replica a Credit Suisse. Ecco i punti salienti: "non ci esprimiamo su singoli casi. Confermiamo che ci sono state delle dimissioni, ma senza ambiguità. Abbiamo un iter molto chiaro da seguire nel caso in cui un collaboratore non raggiunga ripetutamente gli obiettivi fissati. Questo processo, chiaramente definito e regolamentato, non avviene dall’oggi al domani e sempre nel pieno rispetto degli obblighi di legge". L'istituto sottolinea inoltre che "si tratta di un call center che ha dei tassi di fluttuazione più alti rispetto ad altri settori della banca, in linea con il settore dei call center".

CSI/APe

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