La magistratura ticinese si sta occupando dell'inchiesta aperta a Milano sulle polizze assicurative del Credit Suisse. Un’indagine che ruota attorno a una frode da 14 miliardi di euro, secondo la stampa italiana, e coinvolge oltre 10’000 clienti italiani che avevano stipulato finti contratti con la banca per nascondere al fisco i capitali esportati. Quegli stessi clienti - con conti anche in Ticino - ora si rifanno sul Credit Suisse. Stamattina a Lugano doveva tenersi una udienza di conciliazione fra le parti, ma contrariamente a quanto avvenuto in Pretura a Mendrisio alcuni mesi fa, lunedì i rappresentanti della banca non si sono presentati.
Rifiutata la conciliazione
Le udienze di conciliazione hanno lo scopo per alcuni clienti di ottenere un risarcimento poiché -secondo loro- la banca non li avrebbe informati adeguatamente sui rischi che incorrevano nello stipulare i contratti fittizi. Ma non li avrebbe informati nemmeno quando il fisco italiano ha avuto la lista dei nomi degli evasori. Credit Suisse oggi ha rifiutato la conciliazione, perciò ora i clienti potranno avviare una causa presso la pretura del distretto in cui avevano il conto. Un centinaio potrebbe rivolgersi anche alla FINMA, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari, perché la banca ha compiuto un atto di negligenza che riguarda la sua organizzazione e le sue misure interne sulla salvaguarda della privacy.
Un'altra indagine
Il Ministero pubblico ha pure aperto un’indagine contro ignoti per scovare quei funzionari dell’istituto bancario che hanno trasmesso la lista dei clienti dalla Svizzera al Credit Suisse di Milano. Lista che poi è finita nelle mani della Magistratura milanese. In Ticino l'incarto è affidato alla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti.
Pervin Kavakcioglu
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CSI 18.00 del 29.8.2016 - Il servizio di Pervin Kavakcioglu
RSI Info 30.08.2016, 01:20
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