L'Associazione traffico e ambiente, la Società ticinese per l'arte e la natura e i Cittadini per il territorio - appoggiati da una petizione firmata da 2'000 cittadini - sono pronti ad andare fino al Tribunale federale contro il progetto di tram-treno, (ri)pubblicato a metà giugno, che prevede in particolare lo smantellamento della vecchia linea collinare che passa da Sorengo, sostituita da un tunnel fra Bioggio e Lugano. Un'opposizione, di cui ha dato notizia la Regione, per la quale il consigliere di Stato Claudio Zali non manifesta nessuna comprensione: "Abbiamo progettato e riprogettato trovando tutti i compromessi tecnici che potevamo trovare", afferma, ma "certe associazioni sentono il bisogno di giustificare la loro esistenza autoreferenziale opponendosi per partito preso a progetti di mobilità sostenibile che dovrebbero rientrare nei loro interessi statutari".
"Non si vuole entrare in materia da anni, si rischia di arrivare con un progetto che non funziona e magari fra qualche anno ci pentiremo di aver chiuso un tratto ferroviario come si faceva negli anni '60 e '70", afferma invece il consigliere nazionale Bruno Storni. Il pomo della discordia è che sarebbe stato disatteso il mandato dato dal Gran Consiglio di studiare il salvataggio del percorso attuale. "Le due cose non erano correlate, lo studio c'è, è in fase avanzata con qualche ritardo per il periodo difficile che abbiamo attraversato e sarà disponibile a settimane", replica Zali su questo punto.
Una prima versione del progetto, del febbraio 2018 - va ricordato - era già stata ritirata dopo essersi scontrata con 128 opposizioni.
Il tram che non piace
Il Quotidiano 27.07.2020, 21:30