"Negli ultimi mesi abbiamo accelerato il lavoro sul dossier delle abitazioni a pigione moderata. Ed entro l’estate speriamo di poter presentare in Municipio un documento con una strategia generale e delle priorità". La capo Dicastero immobili Cristina Zanini Barzaghi risponde così alla mozione leghista che accusa la città di Lugano di avere "una mancanza di una strategia globale nell’ambito degli alloggi popolari" e al contempo chiede di "assegnarli prima ai luganesi".
Facciamo un passo indietro. Il 16 novembre del 2015 è stato votato in consiglio comunale il messaggio per promuovere la pigione moderata. Ma poi nel 2016 ci sono state le elezioni comunali e la riorganizzazione generale dei dicasteri ed i lavori di avvio sono stati rallentati. Solo dallo scorso autunno il Municipio ha dato avvio ad un’analisi a tappeto di tutta l’offerta in questo ambito della città.
"In totale abbiamo 420 edifici comunali, in cui sono compresi anche 342 appartamenti a pigione moderata; in più la cassa pensioni ha circa 709 alloggi. Il patrimonio immobiliare di Lugano insomma è vasto e complesso. La città, con le aggregazioni, si è ingrandita parecchio in meno di 10 anni. Da più parti ci chiedono di attuare una strategia immobiliare chiara, ma per farlo è dapprima necessario raccogliere tutti i dati e fare un po' d'ordine", aggiunge Zanini.
Secondo uno studio comunale sull’alloggio, il fabbisogno per i prossimi 10 anni è di circa 2'000 appartamenti a pigione moderata. "Ma se per fare solo una casa - dall'idea iniziale al trasloco - già ci vogliono 2-3 anni, è chiaro che per costruire 2'000 alloggi ci vuole un certo tempo: il lavoro preliminare da fare è parecchio. Comprendo che dall'esterno sembra che stiamo facendo troppo poco: ma nella realtà bisogna avere un po' di pazienza, visto che dobbiamo recuperare dei ritardi importanti rispetto ad altre realtà urbane", conclude.
Joe Pieracci