Ci vorranno mesi, forse un anno, per valutare le opposizioni al tram-treno del Luganese. I termini per inoltrarle scadevano mercoledì e quelle pervenute sarebbero numerose, compresa quella delle AIL, secondo quanto anticipato dal Corriere del Ticino di giovedì. Alcune aziende paventano la chiusura in caso di conferma del progetto in particolare per il tratto di tracciato compreso fra Bioggio e Manno. Claudio Zali, al microfono delle CSI, nega però qualsiasi leggerezza: "Ci si è arrivati dopo un lungo iter procedurale condiviso con tutti gli attori del territorio", afferma il consigliere di Stato, "e c'è l'approvazione di Berna che lo finanzia in maniera sostanziale".
Tracciato in parte contestato
"I proprietari toccati hanno due opzioni: sbandierare scenari catastrofici o sedersi al tavolo con il Dipartimento e trovare soluzioni concordate. Lo abbiamo fatto con tutti quelli che ci hanno interpellato e siamo disposti a farlo con chiunque venga a sottoporci il suo problema concreto", precisa Zali.
Evase le opposizioni, mancherà ancora il doppio voto del Gran Consiglio e del Parlamento federale sul credito che supera i 400 milioni di franchi. I lavori cominceranno, se tutto fila liscio, nel 2020.
CSI/pon