La procura lo accusava di avere violentato la moglie a tre riprese, tra il febbraio e il marzo scorso, mentre la Corte lo ha prosciolto da tutte le imputazioni di natura sessuale. Il 49enne comparso oggi alle Assise Criminali è stato quindi condannato a 18 mesi di carcere sospesi, contro i sei anni e mezzo chiesti dall'accusa.
I fatti
Il quadro generale: un matrimonio tormentato e un rituale feticista a dir poco singolare. Il marito chiedeva infatti regolarmente alla consorte, una prostituta straniera, di indossare dei gambaletti e di spegnere, con i piedi, delle sigarette su un tappetino. Il 23 marzo scorso l’uomo – questa, almeno, la tesi portata in aula – perse il controllo. Con un mozzicone cominciò a bruciarle le gambe. E quando lei reagì, la colpì al viso e le strinse il collo fino a impedirle di respirare. Poi la violentò. Il tutto in aggiunta ad altri due presunti stupri, dalla dinamica simile, che sarebbero avvenuti nel mese di febbraio (in occasione dei rispettivi compleanni). Una ricostruzione da brividi, resa ancora più agghiacciante dal fatto che la donna, rappresentata da Sandra Xavier, fosse incinta. Di qui le ipotesi di esposizione a pericolo della vita altrui, coazione sessuale, violenza carnale e (anche in riferimento a un episodio del 2019, ammesso) lesioni semplici. Ipotesi che il 49enne locarnese, difeso da Niccolò Giovanettina, ha fermamente respinto spiegando che la sera del 23 ci fu solo una discussione e nelle due circostanze precedenti il rapporto fu consenziente.
La donna in aula è più volte caduta in contraddizione, ma contro l’uomo – ha replicato l’accusa – pesano diversi elementi oggettivi: le bruciature sulle gambe; la petecchia all’occhio provocata dal soffocamento; l’agitazione mostrata dal 49enne, incapace di accettare che lei si prostituisse anche in quei determinati momenti:
“Una persona meschina, succube della madre, dal comportamento esplosivo e violento.” La procuratrice Chiara Borelli non ha usato mezzi termini nel descrivere l’imputato, la cui colpa – ha detto – è estremamente grave. Per l’imputato il magistrato ha chiesto sei anni e mezzo di carcere, più l’obbligo di sottoporsi a un trattamento ambulatoriale.
Giovanettina da parte sua si è battuto per il proscioglimento da tutti i reati sessuali. E la Corte, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, gli ha dato ragione. Il 49enne è stato quindi condannato a 18 mesi sospesi, e scarcerato immediatamente.