Mobilità elettrica, il Ticino cambia rotta. Oggi i potenziali acquirenti di vetture elettriche possono contare su sussidi o programmi di incentivazione; ciò vale per 11 cantoni: Basilea Città, Berna, Ginevra, Giura, Lucerna, San Gallo, Svitto, Turgovia, Ticino, Vallese, Vaud e Zurigo. A dipendenza dei cantoni, si tratta di sussidi all'acquisto di un veicolo elettrico, di una riduzione dell'imposta di circolazione annuale o dell'assistenza per l'installazione di una colonnina di ricarica.
Le colonnine di ricarica saranno maggiormente sovvenzionate
In Ticino, finora, il finanziamento (dell'ordine di 2'000 franchi) era principalmente riservato all'acquisto di un veicolo a zero emissioni. A questo contributo cantonale si aggiungevano quello dell'importatore e, in alcuni casi, quello del comune di residenza. Ma le cose potrebbero cambiare a breve. La settimana ventura il Gran Consiglio (in seduta da lunedì 17 ottobre) dovrà esprimersi su un netto cambiamento d'approccio alla questione proposto dalla sua commissione.
In sostanza se il testo supererà, come sembra essere il caso, l'esame dell'aula, il Cantone continuerà a sostenere chi decide per una vettura a propulsione elettrica ma non finanzierà più l'acquisto del veicolo. Il contributo andrà invece all'installazione di nuove colonnine di ricarica, a domicilio, per le aziende o in altri spazi.
Più fondi per installare punti di ricarica
Nel 2021(sulla base delle esperienze di oltre un decennio) il Consiglio di Stato aveva allestito un messaggio all'indirizzo del Parlamento che prevedeva lo
"Stanziamento di un credito di 11'000'000 di franchi destinato a incentivi all'acquisto di veicoli totalmente elettrici, allo sviluppo dell'infrastruttura di ricarica elettrica domestica e presso i datori di lavoro e all'acquisto di veicoli di ultima generazione vincolato alla messa fuori servizio di veicoli ad alte emissioni di CO2 e inquinanti".
Gran parte di questo importo era riservato all'acquisto dei veicoli e una minima parte ad incentivare la posa di ricariche casalinghe. Ora il paradigma potrebbe cambiare e il focus principale spostarsi sull'implementazione di nuove colonnine di ricarica.
Nella proposta dell'Esecutivo di oltre un anno fa, il credito doveva essere così ripartito: 6 milioni per l'acquisto di veicoli elettrici; 1,5 milioni per l'acquisto di motoveicoli elettrici; 1,5 milioni per l'installazione di sistemi di ricarica a domicilio o presso i datori di lavoro; 2 milioni per la messa fuori servizio di veicoli altamente inquinanti.
Ma la Commissione ambiente, territorio ed energia del Gran Consiglio ha voluto esaminare più da vicino alcuni aspetti della proposta del Consiglio di Stato. Sentiti gli attori del settore, dopo diverse discussioni anche con il Governo, propongono al plenum di approvare il messaggio ma di spostare
"la quota parte originariamente destinata agli incentivi per l'acquisto di autovetture integralmente elettriche a favore, invece, degli incentivi per le strutture di ricarica, riservando la cifra necessaria a soddisfare le richieste d'acquisto presentate entro il 31 dicembre dello scorso anno. La Commissione chiede anche di estendere la possibilità di sussidio anche nei luoghi in cui le infrastrutture di ricarica sono più carenti, ed in particolare nei nuclei dei paesi e negli stabili d'affitto con più appartamenti, così da consentire a tutta la popolazione ticinese di avere le stesse possibilità di accesso a impianti di ricarica".
Il relatore del rapporto commissionale Eolo Alberti (Lega) spiega che "abbiamo notato che moltissimi automobilisti hanno acquistato una vettura elettrica a prescindere dalla presenza (o meno) dell'incentivo cantonale". Quello che ci ha spinti a cambiare direzione è che "da più parti ci è arrivata l'indicazione sul fatto che molti automobilisti hanno rinunciato all'acquisto di un'automobile elettrica per l'impossibilità di poter usufruire di una colonnina di ricarica".
Penuria di energia
I servizi 10.10.2022, 00:12
In alcuni casi, spiega il relatore, "semplicemente non hanno la possibilità di ricaricare una vettura elettrica vuoi perché abitano per esempio in un condominio non equipaggiato, vuoi perché vivono in zone discoste che non dispongono di colonnine di ricarica. Ed ecco perché – conclude Eolo Alberti – dopo lunghe discussioni abbiamo optato per questo cambio di paradigma". La settimana prossima, come detto, il Parlamento deciderà sul da farsi.
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Il Quotidiano 05.10.2022, 21:00